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Sri Aurobindo - biografia
Sri Aurobindo - Aravind Akroyd Ghose
BIOGRAFIA Parte IV
(4 aprile 1910 - 5 dicembre 1950)
Parte I - Parte II - Parte III - Cronologia essenziale
Loto Rosso

"Quello che Sri Aurobindo rappresenta nella storia del mondo non è un insegnamento, neppure una rivelazione, è un'azione decisiva Diretta del Supremo; su questo nessuna religione può essere fondata...
La via spirituale non può esistere nella sua purezza se non è libera da tutti i dogmi mentali
."



«Ciò che colpiva in modo particolare quelli che hanno visto Sri Aurobindo, non è tanto la luce dei suoi occhi... ma quell'immobile immensità che si afferrava, così compatta, così densa, come se si penetrasse in un infinito solido» (Satprem) 

Pondichéry segna per Aurobindo la rottura definitiva con la sua vita passata. A partire da quel momento si immerse sempre più nella pratica dello Yoga.

Nell'agosto del 1920 Sri Aurobindo fu ancora invitato a presiedere all' assemblea del partito del Congresso Nazionale Indiano, ma declinò l'offerta e rifiutò di ritornare all'attività pubblica e politica. Man mano che la sua visione del futuro diventava più chiara egli vedeva che l'indipendenza dell'India era certa, e sentendo che il suo intervento pratico in politica non era più indispensabile, usò da allora solo la sua forza spirituale.

Molti a quell'epoca pensarono che si fosse ritirato su qualche vetta dell'esperienza spirituale senza più preoccuparsi né del mondo né dell'avvenire dell'India. Ma il suo allontanamento dalla politica non poteva interpretarsi così poiché il principio stesso del suo Yoga era non soltanto quello di realizzare il Divino e di raggiungere la piena coscienza spirituale, ma quello di far entrare l'intera vita e tutte le sue attività nella sfera di quella coscienza e basare la vita sullo Spirito.

Dal suo ritiro, Sri Aurobindo continuava pur sempre a seguire da vicino lo svolgimento degli eventi del mondo e dell'India e vi interveniva effettivamente ogni volta che lo vedeva necessario, ma unicamente con la forza spirituale nel quadro di un'azione silenziosa.

Tuttavia, in due occasioni uscì dal suo riserbo: la prima volta nel 1940, agli inizi della Seconda Guerra mondiale, poiché vedeva dietro Hitler e il nazismo le forze demoniache la cui vittoria avrebbe significato la schiavitù dell'uomo alla tirannia del Male e un brutale regresso nel suo percorso evolutivo, soprattutto sul piano spirituale. La seconda volta fu nel 1942, durante i negoziati con il Governo britannico a proposito dell' indipendenza dell'India, allorché consigliò ai dirigenti del paese di accettare le offerte di Sir Stafford Cripps. Il loro rifiuto da parte dei leader politici indiani non impedì l'indipendenza, ma contribuì alla susseguente scissione del paese in India e Pakistan, cui Sri Aurobindo fu sempre contrario.

Nel marzo del 1914 la Madre arrivò a Pondichéry. Sarebbe in seguito ripartita, a causa della Guerra, nel 1915, per poi ritornare definitivamente il 24 aprile 1920.

Il 15 agosto del 1914 uscì il primo numero dell'Arya, la rivista di grande sintesi filosofica nella quale Sri Aurobindo esponeva la sua visione dell'uomo e della storia, del destino divino dell'umanità, del percorso per raggiungerlo, dell'ascesa della società umana verso l'unità e l'armonia, della natura e dell' evoluzione della poesia, del senso profondo dei Veda, delle Upanishad e della Bhagavad Gita e dello spirito e significato della cultura indiana.

Tutti i suoi scritti sono ora pubblicati in libri che sono stati per la maggior parte tradotti nelle lingue principali ed in tantissime altre, molti anche in Italiano: la Vita Divina, la Sintesi dello Yoga, il Ciclo Umano, l'Ideale dell'Unità Umana, la Poesia Futura, il Segreto dei Veda, le Otto Upanishad, i Saggi sulla Gita, i Fondamenti della Cultura Indiana, e altri ancora. La pubblicazione dell'Arya proseguì fino al 1921. Nel frattempo, l'Ashram del maestro aveva iniziato a costituirsi spontaneamente: poco a poco, a quei pochi compagni che avevano all'inizio seguito Sri Aurobindo si erano aggiunti dei discepoli.

" Il 24 novembre del 1926 - scriveva Sri Aurobindo - è avvenuta la discesa di Krishna nel fisico. La discesa di Krishna sta a significare la discesa della qualità divina del Sovramentale [Overmind] che, senza essere la Supermente [Supermind], prepara la discesa della Supermente e dell'Ananda [la beatitudine ed estasi divine]." Da quel momento Sri Aurobindo interruppe ogni contatto diretto con i discepoli e non apparve più in pubblico, tranne tre volte e poi quattro volte l'anno, in occasione dei Darshan, quando Sri Aurobindo e la Madre ricevevano discepoli e devoti.

La sua attività restò comunque considerevole: non soltanto intratteneva una cospicua corrispondenza con i suoi discepoli per guidarli nella loro sadhana [la disciplina dello yoga], ma lavorava anche a livelli più profondi. Allo stesso tempo, proseguiva nella composizione del suo grande poema epico Savitri, che secondo la Madre è "la rivelazione suprema della visione di Sri Aurobindo" .

Sri Aurobindo lasciò il corpo fisico il 5 dicembre 1950.

In una lettera sulla pratica dello yoga, Sri Aurobindo scrisse: " Ho iniziato il mio yoga nel 1904 senza guru; nel 1908 ricevetti un notevole aiuto da uno yogi del Mahârashtra e scoprii i fondamenti della mia sadhana; ma da allora e fino all'arrivo in India della Madre, non ho ricevuto alcun aiuto spirituale da nessuno. Dapprima, e poi anche in seguito, la mia sadhana non si è basata sulle conoscenze dei libri ma su innumerevoli esperienze personali che scaturivano da dentro. Ma in prigione avevo con me la Gita e le Upanishad. Seguivo lo yoga della Gita e meditavo con l'aiuto delle Upanishad; sono gli unici libri in cui ho trovato delle indicazioni. I Veda, che ho iniziato a leggere molto più tardi a Pondichéry, confermarono le esperienze che avevo già avuto, piuttosto che fare da guida alla mia sadhana. A volte mi rivolgevo alla Gita per trovarvi un chiarimento quando si presentava una domanda o una difficoltà, e in generale vi trovavo un aiuto o una risposta. "

Prima di venire a Pondichéry, Sri Aurobindo aveva già acquisito due delle quattro grandi realizzazioni spirituali sulle quali si fondano il suo yoga e la sua filosofia spirituale. La prima gli venne durante la meditazione con lo yogi del Maharashtra, Vishnu Bhaskar Lélé, nel gennaio 1908, a Baroda: era la realizzazione del Brahman silenzioso fuori dallo spazio e dal tempo che egli ottenne dopo una completa e costante immobilità di tutta la coscienza. Tale realizzazione fu dapprima accompagnata dal sentimento e dalla percezione irresistibili della irrealtà totale del mondo. Tuttavia, questo sentimento scomparve dopo la seconda realizzazione, quella della coscienza cosmica che ebbe qualche mese più tardi nella prigione di Alipore: questa esperienza gli fece vedere il Divino in tutti gli esseri e in tutto ciò che esiste. In prigione, le sue meditazioni dovevano condurlo ad altre due realizzazioni: quella del Brahman nel suo doppio aspetto statico e dinamico, e quella dei piani superiori della coscienza che conducono alla Supermente. Mettendo così assieme gli elementi essenziali dell'esperienza spirituale, che si ottiene sul cammino della comunione divina e della realizzazione, così come lo si segue ancora oggi in India, Sri Aurobindo cercava però un'esperienza più completa che unisse e mettesse in armonia i due aspetti dell'esistenza: lo Spirito e la Materia.

La maggior parte dei metodi dello yoga conducono all'aldilà, allo Spirito, ed infine fuori dalla vita. Lo Yoga Integrale di Sri Aurobindo invece s'innalza verso lo Spirito per ridiscenderne arricchito e portare la luce, il potere e la beatitudine dello Spirito nella vita per trasformarla. E' possibile, aprendosi ad una coscienza divina superiore, innalzarsi fino a questo potere di luce e di beatitudine, scoprire il vero Io, rimanere in costante unione con il Divino e far discendere la Forza Supermentale affinché trasformi la mente, la vita e il corpo. Realizzare tale possibilità - che Sri Aurobindo chiama la ' Vita Divina '- è lo scopo dinamico del suo yoga.

" Se è vero che lo Spirito è sepolto nella Materia e che questa Natura apparente è Dio nascosto, è evidente che la manifestazione del Divino e la realizzazione di Dio interiormente e all'esterno sono lo scopo più alto e più legittimo dell'uomo sulla terra."

A Te, che sei stato l'involucro materiale del nostro Maestro,

a Te, la nostra infinita gratitudine.

Di fronte a Te che hai fatto tanto per noi, che hai lavorato,

combattuto, sofferto, sperato, sopportato tanto,

di fronte a Te che hai voluto tutto, tentato tutto,

preparato e compiuto tutto per noi,  di fronte a Te noi ci

inchiniamo ed imploriamo di non dimenticare mai,

neanche per un solo istante, tutto quello che ti dobbiamo.

La Madre

Mai è stato documentato nella storia della terra il fenomeno di una persona della suprema eminenza di Sri  Aurobindo, che sia vissuta lontana dalla sguardo del mondo e sia trapassata così tranquillamente e con discrezione. Un tale completo annullamento di sé può essere immaginato solo nel caso di un Dio o di qualcuno che è diventato un Dio.

Nirodbaran – Dodici anni con Sri Aurobindo


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