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Sri Aurobindo - biografia
Sri Aurobindo - Aravind Akroyd Ghose
BIOGRAFIA Parte I
(15 agosto 1872-febbraio 1893)
Parte II - Parte III - Parte IV - Cronologia essenziale
Loto Rosso

"Io e la Madre siamo una sola ed unica Coscienza - La coscienza della Madre e la mia sono la stessa: la Coscienza divina che è una in due, poiché tale è la necessità del gioco divino. Chiunque si volga alla Madre fa il mio yoga... Nulla può essere fatto senza la Sua conoscenza e la Sua forza, senza la Sua coscienza. Se qualcuno sente veramente la coscienza della Madre, dovrebbe sapere che io sono lì, presente dietro ad essa; e se percepisce la mia coscienza, sa che è anche la coscienza della Madre"



Introduzioneintroduzione

Così Sri Aurobindo rispondeva ad uno dei suoi primi biografi: «Vedo che avete insistito a scrivere la mia biografia - è davvero necessario o utile?
Il tentativo è destinato a fallire, dal momento che né voi né nessun altro conoscete alcunché della mia vita; essa non si è svolta in superficie per essere visibile agli uomini
». (Sri Aurobindo - On himself)

Abbiamo volutamente introdotto la biografia di Sri Aurobindo con una risposta che egli diede ad uno dei tanti aspiranti narratori che cercavano di ottenere approvazione e informazioni dal Maestro alfine di poter scrivere la sua biografia. Come si evince dalla replica, Sri Aurobindo aveva le idee molto chiare in proposito e immancabilmente cercava di dissuadere da tale impresa l'aspirante biografo. Di conseguenza, il lettore potrebbe chiederci: perché allora scrivere una biografia?

Dopo attenta riflessione possiamo con tranquillità rispondere che quella che andremo ad illustrare non sarà una biografia nel senso stretto del termine, piuttosto sarà, nella più ampia accezione del termine, un'agiografia dell'Uomo Aurobindo in onore e nel rispetto della volontà e della vita del Maestro che diventò. Non cercheremo quindi di scavare irrispettosamente nella vita invisibile del Maestro, non ne abbiamo il diritto né abbiamo sufficiente capacità di comprensione de rebus divinis. Ciò che ha ispirato la nostra ricerca ed ha alimentato il nostro profondo interesse è stata quella realtà dell'Uomo che anche nelle semplici vicende di vita quotidiana o familiare, anche nelle normali e talvolta persino misere, vicissitudini esistenziali svela gli atti di una natura non comune, e lascia comunque intuire il tocco di una bellezza, una forza e una luce che ammantano la personalità di colui che è l'Avatar. Nel ripercorrere i suoi passi, dall'infanzia alla famiglia, dall'indigente adolescenza londinese fino alla lotta per l'indipendenza dell'India e poi al suo successivo ritiro a Pondicherry, abbiamo compreso e, attraverso di lui, amato anche di più la nostra vita, i nostri sforzi, le nostre possibilità di realizzare quelle verità nascoste che sono il Divino in noi.



introduzione

Bengala 1872÷1879

l'età d'oro degli inglesiSri Aurobindo, al tempo Aravind Akroyd Ghosh, nacque a Calcutta il 15 agosto 1872 al n° 4 di Theatre Road (oggi il n° 8 di Shakespeare Sarani) intorno alle 5 del mattino, circa 24 minuti prima dell'alba. Era l'anno delle "Illuminations" di Rimbaud, e l'ultimo monarca del Casato di Hannover, la regina Vittoria, era divenuta la prima imperatrice dell'India dopo la destituzione della Compagnia Britannica delle indie orientali (British East India Company) a seguito dell'onda lunga degli effetti della ribellione dei Sepoys del 1857, considerata la prima guerra d'Indipendenza dell'India, mentre la "missione civilizzatrice" della conquista africana non era ancora finita. Francia e Inghilterra si spartivano l'impero coloniale del mondo, per l'acquisizione delle fonti a basso costo sia di materie prime che di mercati per i loro prodotti.

l'età d'oro degli inglesi Di fatto in quel periodo larga parte dell'India, "il gioiello della corona", era una colonia inglese governata con estrema e soddisfatta convinzione dai sudditi di Sua Maestà, the Queen Victoria. Gli inglesi erano divenuti padroni non solo dei territori conquistati con forza cruenta ma, indirettamente, anche dei 635 grandi e minuscoli regni posti sotto la sovranità di coloriti e folcloristici raja e maharaja. Questi ultimi, spesso despoti assoluti, potevano realizzare le loro capricciose stravaganze e brame - quasi sempre in modo arbitrario e negativo, rare volte in modo liberale e positivo - a loro piacimento, purché non avversassero le autorità britanniche che chiedevano al contrario di essere agevolate. La colonia era mantenuta sotto controllo da un esercito inglese, relativamente modesto, e soprattutto da un corpo di funzionari civili competenti e ben preparati. Gli anni che seguirono l'Indian Mutiny del 1857, insanguinato da eccidi perpetrati da tutte le parti contendenti, videro le popolazioni indiane accettare la situazione e continuare a vivere, in una inerte apatia, secondo le rispettive tradizioni sotto l'occhio vigile degli arroganti padroni bianchi. In questo contesto coloniale "civilizzatore" nacque Aravind, terzogenito di tre figli: due prima di lui, Benoybhushan e Manmohan; poi arriverà una sorella, Sarojini, e il più piccolo, Barindra Kumar. Un altro fratello morirà in tenerissima età.

Il nome Aravind era nuovo per quei tempi poco gradito alla normalità delle persone. La parola in sanscrito significa "fiore di loto" e il suo significato spirituale simboleggia la coscienza divina. Fu dunque un nome singolarmente appropriato e profetico per il bambino.

Il padre di Aravind, simpatizzante per gli inglesi, aveva scelto per il figlio un padrino e una madrina britannici: il giudice Beveridge e sua moglie, miss Ackroyd; fu così che in onore di quest'ultima gli venne dato il secondo cognome Akroyd, con grande piacere del giudice.

Più tardi per un singolare quanto involontario, incrocio lessicale, fra parole occidentali e assonanze con la lingua sanscrita, "l'anglicizzazione" in Aurobindo del nome Aravind ne trasformò radicalmente il significato rendendolo foriero di contenuti superiori, quelli che amiamo liberamente riassumere in "punto d'oro".



Il padre, il Brahmo Samaj e la madre

Krishna Dhan Ghosh Il padre di Aravind, Krishna Dhan Ghosh, 1844 - 1892, era un uomo straordinario e contento della vita, per molti versi in anticipo sul suo tempo. Nato da una eccellente famiglia di Konnagar nel distretto dell'Hooghly (Bengala occidentale), provincia che aveva visto i natali di Sri Ramakrishna, fu uno dei primi bengalesi a specializzarsi in chirurgia nel 1869 ad Aberdeen in Scozia, dopo essersi laureato presso il Medical College di Calcutta.
Come richiedeva la cultura del tempo, Krishnadhan era un razionalista. Per questo aveva simpatia per il movimento Brahmo Samaj, iniziato nel 1828 dal Raja Rammohan Roy, che introduceva il criterio della razionalità nell'esame delle scritture e si opponeva alla tradizione religiosa e sociale del tempo, ai suoi dogmi, credenze e costumi; non accettava l'autorità della casta sacerdotale e la sua interpretazione dogmatica dei Veda; combatteva il politeismo e la venerazione delle immagini e affermava il monoteismo, la fede nell'unico Dio, creatore, Brahma. Insomma, una specie di movimento protestante indiano!

Raja Rammohan Roy Il Brahmo Samaj si era fatto patrocinatore di una serie di riforme sociali, particolarmente sotto l'impulso di Khesab Chandra Sen, che nel 1866 era succeduto alla guida del movimento. Le riforme riguardavano l'emancipazione e l'educazione della donna, la lotta contro la poligamia in uso presso alcune caste brahminiche, l'abolizione assoluta della Sati (l'immolazione in sacrificio sul rogo della vedova per unirsi alla morte del marito), la possibilità di matrimonio delle vedove, la liceità dei matrimoni intercastali e più radicalmente l'abolizione delle caste, la lotta contro il matrimonio dei bambini, l'abolizione di riti e pratiche crudeli, come l'offerta di fanciulli in sacrifici umani, in uso presso certe tribù aborigene; e infine propugnavano la diffusione della cultura a livello popolare, con la divulgazione di stampa a prezzo economico e l'istituzione di scuole serali per adulti. Le riforme sociali richieste dal Brahmo Samaj erano ben viste dal governo inglese che ne aveva trasformato alcune in leggi. Il movimento, dal canto suo, sebbene avesse contribuito al risveglio della coscienza nazionale, si era comunque mantenuto prevalentemente su un piano religioso, predicando la "lealtà" verso la corona britannica. Il governo inglese trasformerà in legge, nel 1872, l'uso dei Brahmo marriages che, secondo la casta sacerdotale, non avevano validità, perché celebrati senza la pietra Salagram e senza l'osservanza delle prescrizioni castali e dei riti tradizionali. Di questo movimento Krishnadhan simpatizzava in particolare per le riforme sociali, perché in materia religiosa era completamente agnostico.


La madre di Aurobindo
Svarnalata Bose
Di fatto, nel 1864, ancora studente al Collegio medico, a motivo della sua simpatia per il Brahmo Samaj aveva rotto con l'ortodossia sposando con rito Brahmo marriage l'affascinante e bella Swarnalata Devi Bose, tanto bella da essere chiamata, dagli amici e dai dignitari che frequentavano casa Ghosh, la "rosa di Rangpur". Swarnalata, bella quanto competente, educata e brava nella conversazione, era figlia del famoso combattente per l'indipendenza dell'India, letterato, studioso, erudito e "progredito" Raj Narayan Bose, 1826-1899, detto "il nonno del nazionalismo indiano".
Raj Narayan Bose
Raj Narayan Bose

Contrariamente a quel che si potrebbe pensare, nonostante l'arrivo dei figli dopo il matrimonio, Krishnadhan non riuscirà ad avere dei buoni rapporti con la moglie a causa di una progressiva instabilità psichica che colpirà quest'ultima. Infatti nella famiglia Bose c'era probabilmente una tara psichica ereditaria per cui un fratello di Swarnalata era dichiaratamente pazzo e lei stessa con un'altra sorella, soffrivano di isterismo, che sarebbe degenerato inesorabilmente in pazzia.

A quel tempo esistevano delle ingiunzioni ortodosse hindu, secondo le quali ad esempio, chi avesse attraversato le "acque oscure" dell'oceano (Kālāpāni) avrebbe perso la casta e attirato su di sé l'ostracismo sociale. Krishnadhan senza alcuna paura per la perdita della casta e delle ritorsioni sociali, dopo il matrimonio, attraversò le "acque oscure" per andare in Scozia alla Aberdeen University e laurearsi in medicina e chirurgia.

Krishnadhan ritornò da Aberdeen come il "pukka sahib" dottor Ghosh, cioè un vero gentiluomo di prima classe secondo gli standard inglesi. Era felice e cosciente di questa felicità, ammirava fortemente l'Europa e soprattutto l'Inghilterra che gli aveva permesso di terminare con successo i suoi studi in medicina. Era - come spiegherà più tardi lo stesso Sri Aurobindo - "un bengalese completamente anglicizzato", il quale pretendeva che in casa si parlasse soltanto l'inglese e non voleva sentire una sola parola di bengali. In effetti il giovane Aravind crescerà avendo l'inglese come madrelingua.

Nel 1871, dopo la specializzazione in Inghilterra, il dott. Ghosh iniziò ad esercitare la sua professione come assistente chirurgo a Calcutta, per poi dedicare la maggior parte del suo servizio lavorativo tra Bhagalpur (oggi nel Bihar stato confederato dell'India dopo la partizione del Bengala), Rangpur e Khulna (oggi città dello stato del Bangladesh dopo la partizione del Bengala e la secessione), il triangolo del Bengala che andava dal Gange al Brahmaputra.

Il dottor Ghosh diventò rapidamente benvoluto dalla popolazione delle cittadine ove prestava il servizio medico, in quanto molto spesso, vista la povertà insistente, oltre a dispensare l'assistenza in modo gratuito si prodigava nel donare aiuti, medicine, cibo e denaro in modo spontaneo. Questa benevolenza della gente venne da lui conquistata anche per la sua propensione ad interessarsi delle problematiche civiche e sociali. Le sue azioni di concreta utilità puntavano a scuole, ospedali ed enti pubblici. A Rangpur ad esempio riuscì a ottenere la costruzione di un canale di drenaggio che fu chiamato dalla popolazione "K.D. Canal", denominazione e canale esistenti ancora oggi, mentre a Khulna venne costruita una scuola a lui dedicata, con apposizione della sua fotografia in municipio. Per tutto questo impegno disinteressato il dott. Ghosh fu molto popolare e rispettato, tanto da essere considerato un semidio dalla povera gente riconoscente. Nel tempo però tale popolarità divenne sgradita agli inglesi.

Di fatto Krishnadhan aveva intessuto una profonda amicizia con il magistrato britannico di Rangpur. Questo magistrato aveva reputato giusta la consuetudine di non decidere alcuna azione senza prima consultare il dottor Ghosh. Purtroppo, ad un certo momento, questo particolare magistrato venne trasferito e allontanato da Rangpur. Al suo posto arrivò un sostituto britannico che giudicò intollerante tanta importanza data a un nativo bengalese e altamente irritante considerare tale nativo al di sopra di un inglese. Per rafforzare il suo giudizio, il nuovo magistrato avviò un'azione delatoria mediante l'invio al Governo britannico dell'India di vari rapporti pregiudizievoli contro il dottor Ghosh, concludendo tale azione con il trasferimento del dottore a Khulna. Krishnadhan, fu profondamente ferito da questa meschina ingiustizia, tanto da generare la prima spaccatura nelle sue relazioni con gli Inglesi. Da allora in poi tale incrinatura andrà gradualmente ampliandosi tanto da portare Krishnadhan ad un profondo ripensamento sulle sue valutazioni dei Britannici.

Nel 1884 il dott. Krishnadhan Ghosh fu quindi "relegato" a Khulna dove continuò ad esercitare fino alla morte la sua professione medica e a dispensare le sue meritorie azioni sociali.

II ricordo del Dr. Ghose resterà vivo, anche dopo la sua morte. Quando il figlio Aravind dopo il suo rientro in India e l'ingresso nella politica reale e attiva passerà da Khulna, riceverà un'accoglienza trionfalmente magnifica. Ma ascoltiamo lo stesso Aurobindo: « Fu a Khulna, che ricevetti un benvenuto veramente regale, non tanto perché ero un politico, quanto piuttosto, perché ero il figlio del Dr. Krishnadhan Ghose. Fui servito con un pranzo di 7 portate, talmente abbondanti, che potei appena assaggiare qualcosa di tutto e non riuscii a finire neppure il primo piatto.

Mio padre era estremamente popolare a Khulna. Dovunque era passato, era diventato un uomo influente. Quando fu a Rangpur, divenne intimo del magistrato inglese; tanto che, in Inghilterra, fummo ospitati da suo cugino, Mr. Drewett. Era sempre il « Dottore», che concludeva le cose, a Rangpur. E quando arrivò il nuovo magistrato, constatò che non si poteva fare niente senza il Dr. Krishnadhan; per cui, chiese al governatore di rimuoverlo. E cosi, egli fu trasferito a Khulna.

Fu da allora, che divenne un «politico»: cioè incominciò a non amare più la dominazione inglese. Ma prima di questo, tutto ciò che era occidentale era buono. Voleva che i suoi figli diventassero importanti; e allora, diventare importanti voleva dire entrare nell'Indian Civil Service. Egli fu un uomo estremamente generoso. Difficilmente qualcuno andò da lui per un favore ritornando indietro a mani vuote.» (Purani)

Fu così che il piccolo Aravind, a motivo della professione del padre, trascorrerà spensieratamente i primissimi anni della sua infanzia a  Rangpur nel Bengala orientale.


Il sogno del padre

Nella prima parte della sua vita, come si è detto, il dottor K.D. Ghosh fu un fervente ammiratore di tutto ciò che aveva il marchio inglese e anche "un terribile ateo". Per i figli nutriva l'ambizione che essi divenissero i migliori di tutti, "importanti" come ricordava Aurobindo, "fari di luce per il mondo", e a questo fine aveva stabilito che una sola carriera avrebbe fatto al caso loro: quella nel Servizio Civile Indiano (Indian Civil Service o ICS), l'esemplare corpo di funzionari civili coloniali che era accessibile anche agli indiani a condizione che superassero un esame d'ammissione a seguito di un profondo processo di acculturamento. Per avviare l'inserimento dei suoi figli nel flusso e nella cultura occidentale e nella frequentazione di veri "sahibs", nel 1877 il dottor Ghosh mandò, all'età di cinque anni, Aravind e i suoi due fratelli maggiori a studiare in una scuola di monache irlandesi per bambini inglesi, la Loreto Convent School del Convento di Nostra Signora di Loreto a Darjeeling. Aravind e i suoi fratelli vi resteranno due anni, trascorrendo un'infanzia serena fra lo studio e la consuetudine di passare tutte le occasioni di vacanza a Deoghar dal nonno materno Raj Narayan.

Krishna Dhan Ghosh Per realizzare il suo sogno di far entrare i figli nell'ICS risultava indispensabile che essi compissero gli studi in Gran Bretagna. Al tempo il dott. Ghosh, avendo una forte amicizia con il magistrato di Rangpur, mister Glazier, prese accordi per inviare i suoi tre figli in Inghilterra presso un cugino di quest'ultimo, il Reverendo William H. Drewett che viveva a Manchester. Fu così che due anni più tardi, nel 1879, il dottor Ghosh con la moglie in avanzato stadio di gravidanza - era in attesa di Barindra kumar che sarebbe poi nato il 5 gennaio 1880 a Croydon, nei paraggi di Londra - e tutto il resto della famiglia partì per l'Inghilterra alla volta di Manchester.



















Inghilterra

In Inghilterra la vita di Aurobindo si svilupperà in quattro distinti periodi:

Manchester dal 1879 a settembre 1884
Londra da settembre 1884 a ottobre 1890
Cambridge da ottobre 1890 a ottobre 1892
Londra da ottobre 1892 a gennaio 1893



Manchester 1879 ÷ 1884 - Studi privati

Benoybhushan, Manmohan e Aurobindo, come stabilito, vennero affidati alle cure del reverendo Drewett, un ministro della Chiesa Congregazionalista della Stockport Road Church, che viveva all'84 di Shakespeare Street, vicino alla chiesa, con severe istruzioni, da parte del padre, che non facessero conoscenza con nessun indiano e che non subissero nessun influsso indiano, in una parola l'esplicita consegna di tenerli lontano da qualsiasi cosa o persona anche solo remotamente collegata con l'India. Da questo ne consegue che Aurobindo trascorrerà i suoi anni formativi, almeno quelli iniziali, completamente isolato dalla cultura della sua terra natia. Il dott. Ghosh raccomandò inoltre al pastore Drewett di non impartire nessuna istruzione religiosa ai suoi figli, onde permetter loro di scegliere la religione che avessero desiderato, giunti all'età opportuna. I due fratelli maggiori, avendo l'età giusta, furono quindi mandati alla Grammar School, mentre per Aurobindo, che aveva solo sette anni, probabilmente considerato troppo piccolo, fu deciso che avrebbe studiato a casa con i Drewett.

Dal pastore Drewett Aurobindo ricevette le prime lezioni di latino e greco, mentre la signora Drewett gli insegnò francese, storia, geografia e aritmetica, praticamente tutto il programma della Grammar School. Dovendo, in quel periodo, studiare a casa Aurobindo ebbe la possibilità di dedicare molto del suo tempo libero ad ulteriori e svariate letture, secondo i suoi interessi: dalla Bibbia a Shakespeare, da Shelley a Keats, manifestando così una spiccata propensione e talento letterari che, non limitandosi alla mera lettura, lo porteranno a scrivere versi che saranno pubblicati in una rivista dal nome Fox's Weekly. Per contro non sembra gli interessassero in generale i giochi caratteristici dell'età, eccetto forse il cricket verso il quale tentò un approccio senza molto successo.

In effetti il reverendo Drewett favorì Aurobindo sin dall'inizio per il fatto che ne aveva compreso le eccezionali qualità. Capì che il ragazzo apparteneva ad una classe completamente diversa, in quanto dotato di una insolita genialità, un'intelligenza tagliente e un potere di intensa concentrazione. Altrettanto piacevole era la sua natura - tranquillo, educato e dalla voce dolce e sommessa. Lo studio fu il suo primo amore, non aveva attrazione per il cibo, i giochi, i vestiti o i pettegolezzi. Lo studio e una vita ben regolata - la sua infanzia ruotava letteralmente intorno a questo.

Anni dopo la Madre (Mirra Alfassa) guardando un ritratto di Sri Aurobindo, fatto su una fotografia dell'epoca dal noto pittore Promode Chatterjiee, osservava: "Avete catturato qualcosa della spontaneità e della freschezza della natura, con Lui qualcosa di candido è entrato in questo mondo. Il suo essere interiore era in superficie. Lui non sapeva nulla di questo mondo."

Benoybhushan, il fratello maggiore, così descriveva Aurobindo: "Auro era un ragazzo molto educato e tranquillo, anche se a volte veniva preso da strane ostinazioni". Quindi non c'è da meravigliarsi che un simile ragazzo fosse diventato il preferito della coppia dei Drewett. (Sri Aurobindayan - Nirodbaran)










Londra


St. Paul's school - 1884 ÷ 1890

St Pauls school

Dovendo trasferirsi in Australia per problemi intercorsi di "politica religiosa", il pastore Drewett, prima di partire, affidò alla propria vecchia madre Aurobindo e i suoi due fratelli. E così nel settembre del 1884, quando si dovranno spostare a Londra, per frequentare la secondary school alla St. Paul's, l'anziana signora si trasferì anche lei, affittando un piccolo appartamento nella capitale e prendendo con sé i tre Ghosh.



Dott. Walker Aurobindo entrò alla St. Paul's School e il direttore dott. Walker, colpito dalle ottime capacità che il piccolo allievo espresse nel test di ammissione, decise di insegnargli personalmente il greco inserendolo nella "classe comune" dove erano iscritti gli alunni più promettenti. Aurobindo aveva dodici anni. Conosceva già a fondo il latino e il francese. Dopo tre anni, poteva permettersi di saltare la metà dei corsi e dedicare quasi tutto il tempo disponibile alla sua occupazione preferita: la lettura. Non si sa cosa possa essere sfuggito a questo adolescente assetato, Shelley e il Prometeo Liberato, i poeti francesi naturalmente, Omero, Aristofane e in sintesi tutto il pensiero europeo, poiché imparò l'italiano ed il tedesco tanto da leggere Dante e Goethe in originale e anche un po' di spagnolo. Ed ancora, attingerà a volo radente a tutta la storia europea restando rapito e affascinato da figure come Giovanna d'Arco e Mazzini. La poesia poi era la sua grande passione segreta, avendo studiato con estrema cura i poeti inglesi, iniziò in questo periodo a scrivere i suoi primi poemi che vennero pubblicati nella rivista della scuola.

A quindici anni Aurobindo è linguista e poeta, e sebbene questo lo distingua per tutta la vita, non sarà mai né un arido erudito né un mèro versificatore. Per lui la parola poetica è in grado di esprimere molto di più che il sentimento o il solo pensiero: essa può rivelare la vita stessa dell'anima. Quello che ci resta dei suoi versi giovanili manifesta già questa tendenza, egli è quindi già poeta e lo resterà tutta la vita.

La convivenza tra la vecchia madre del pastore Drewett e i tre indiani "infedeli", così come ella li definiva, resistette fino al luglio '87, quando a causa di un incidente di percorso "per questioni religiose" Aurobindo e i suoi due fratelli abbandonarono la old Lady pur essendo in una situazione economica alquanto disastrata. Di conseguenza Manomohan si organizzerà per andare all'Università ad Oxford con la prospettiva di guadagnare un po' di soldi attraverso un impiego al British Museum, mentre Aurobindo e Binoy dall'aprile dell''89, grazie all'intervento del padre e alla sua amicizia con un certo James Cotton, segretario del Sout Kensington Liberal Club, riceveranno da quest'ultimo ospitalità, per quasi due anni, nel suo ufficio al Club e Binoy sarà assunto come aiutante per 5 scellini alla settimana.

Nonostante la buona volontà di Cotton, possiamo immaginare come i fratelli fossero sistemati: "C'è un'insopportabile ferrovia dietro; ma se i treni andassero un po' più delicatamente, di quanto si abbia diritto di aspettarsi, ci si potrebbe passar sopra". (Da una lettera di Mono - Purani) In quell'ufficio c'era un andirivieni dei membri del Club, ma soprattutto non c'era una vera camera da letto. Non c'era il riscaldamento e Aurobindo non aveva neppure il cappotto per passare il freddo e nebbioso inverno londinese. Per quasi due anni è andato avanti con un po' di pancetta, pane e tè al mattino; qualche pasta, o un saveloy sandwich da un penny e una tazza di tè, al pomeriggio; senza cena.

Nell'aprile del '89 finalmente riuscì a trovare una stanzetta vicino al cimitero di Brompton e vi si trasferì con il fratello. La cameretta aveva una finestra che "si apriva sul cimitero Brompton e ogni giorno passavano funerali giù", come scriveva in una lettera Mano.



Cambridge 1890 ÷ 1892 - Il King's College

kings college cambridge

Aurobindo nell'ottobre del '90, si spostò a Cambridge. Le difficoltà economiche diventano sempre più pressanti tanto che i suoi creditori minacciavano di portarlo in tribunale. Riuscì comunque ad evitare il rischio grazie al padre che gli avrebbe mandato del danaro insieme ad una lettera arrabbiata in cui esortava il figlio a "non fare lo stravagante". Aurobindo avrebbe riso, ricordando questo particolare del padre: "C'era poco da fare lo stravagante, coi soldi che avevo!"

Come abbiamo accennato, il periodo della St. Paul's è stato per Aurobindo un’occasione per librarsi, libero nello studio di quanto più lo affascinava fuori dai programmi scolastici ufficiali e, nonostante le ristrettezze economiche, a seguito della quasi completa sparizione dei sussidi famigliari e le conseguenti difficoltà pratiche, riuscì a mantenere il suo impegno per lo studio, e fu proprio grazie a questo impegno che gli verrà assegnata una borsa di studio in lettere classiche dalla St. Paul's School, di 80 sterline l'anno, che gli permetterà di accedere al King’s College di Cambridge ed anche di aiutare i suoi fratelli.

L’eccellenza della sua preparazione lo portò a vincere, già nel primo anno di Cambridge, tutti i premi di poesia greca e latina tra cui il Rawley, passando anche la prima parte del difficile esame per l’Indian Civil Service, a cui si era iscritto, preparando da solo le materie, perché, come già detto, le condizioni economiche non gli permettevano di prendere lezioni private.

Ma cuore e mente non erano rimasti abbagliati da questi “successi”. Giovanna d’Arco, Mazzini, la rivoluzione americana da una parte e le brutte notizie sull'operato degli Inglesi in India dall'altra, avevano aperto in Aurobindo una nuova e fondamentale prospettiva. Al King’s College gli studenti indiani avevano dato vita ad un’organizzazione politica, l’Indian Majilis, impegnata nella critica dell’impero coloniale degli Inglesi sull’India. Aurobindo vi entrò, ne prese parte attiva, fino a diventarne, per un certo periodo, il segretario.

In verità parte del suo interesse era stato stimolato anche da suo padre che già prima, durante il periodo di Londra, gli aveva mandato con regolarità ritagli di un giornale, il The Bengalee, dove erano sottolineati con cura casi di maltrattamenti di indiani da parte degli Inglesi. Era lo stesso padre, sostenitore degli Inglesi che, nelle lettere, ora denunciava le crudeltà del governo britannico. Prese così forza in Aurobindo l'idea della necessità di un movimento nazionalistico e liberatore dell’India, e dell’impellenza o del dovere di giocarvi un ruolo in prima persona. Pronunciò quindi discorsi rivoluzionari, rifiutò il suo cognome britannico, manifestò esplicitamente la sua simpatia per il movimento indipendentista irlandese scrivendo un poemetto, dedicato al suo leader Parnell. Conseguì un diploma biennale in lettere classiche, ma rinunciò, come se ne avesse abbastanza, al terzo anno di studi per il conseguimento del titolo di Bachelor of Arts. Passò gli esami dell'I.C.S, ma non si presentò alla seconda e definitiva prova di equitazione che gli avrebbe aperto le porte al Servizio Civile Indiano ed al governo dell’India accanto agli amministratori britannici, e cancellò così per sempre il sogno di suo padre.

...E l'apertura politica, sebbene gli avesse dischiuso nuovi orizzonti e abbozzato un compito, dall'altro aveva generato non poche difficoltà: difficoltà coi progetti del padre, che si aspettava una brillante carriera nell'amministrazione britannica; difficoltà con la scuola, dove avrebbe dovuto mantenere la borsa di studio; difficoltà con l'I.C.S. di cui perdeva anche il presalario e le cui autorità avevano messo in discussione la sua idoneità di "fedele funzionario".



Ritorno a Londra 1892 ÷ 1893

Il soggiorno di Aurobindo in Inghilterra sembra essere qualcosa di incompiuto, una grande opera non portata a termine. Una sfolgorante carriera di studente, in mezzo a durissime difficoltà; successo negli esami, encomi, premi, borse di studio; una conoscenza approfondita della storia occidentale e della letteratura; una padronanza fuori dal comune dell'inglese; poesie, composizioni; uno spiccato gusto artistico e una rara capacità nella scrittura; l'apertura di una prospettiva politica, che lo ha risvegliato ed entusiasmato; forse un compito, il suo destino in una missione... Nel frattempo però nulla di concreto tra le mani: nessun titolo accademico, nessun impiego nell'amministrazione britannica.

E' come se il tutto fosse stato affrettato, concluso sbrigativamente: come un immane lavoro interrotto, perché era giunto qualcos'altro. Il tempo era maturato, l'ora giusta arrivata.

Nel novembre del 1892 Aurobindo si spostò a Londra per organizzare il suo rientro in India. Non aveva la prospettiva di un impiego, e la cosa non sembrava preoccuparlo. In realtà c'era qualcuno che se ne stava prendendo cura. Per interessamento del padre (forse l'ultima azione in favore del suo Aravind, prima di morire!), il vecchio segretario del Club liberale Sout Kensington, James Cotton, stava negoziando un impiego col maharaja di Baroda, Gayajirao, che in quel momento era a Londra. Le trattative andranno a buon fine, sarà questo maharaja che lo assumerà immediatamente per 200 rupie al mese (10 sterline dell'epoca).

Prima di lasciare l’Inghilterra Aurobindo ebbe il tempo di iscriversi ad una società segreta, "Lotus and Dagger “, Loto e pugnale, il cui scopo era quello di organizzare la liberazione dell'India. Negli ultimi e appassionati discorsi politici tenuti nella società, si fece pescare e mettere sulla lista nera di Whitehall, la centrale del controllo politico e amministrativo degli Inglesi.




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