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Nirodbaran




Dodici anni con Sri Aurobindo di Nirodbaran - Cap. 12 CONCLUSIONE

Egli è qui.
Di nuovo l’inatteso! Improvvisamente il sipario era calato sugli avvenimenti divini che si erano svolti per dodici anni. Chi avrebbe potuto prevederlo? L’Attore Supremo che stava apparentemente bene e aveva dato il Darshan ai bhakta il giorno del suo compleanno, il 15 Agosto, ed il 24 Novembre, lasciò del tutto inaspettatamente la scena!

La notizia annunciata alla radio fu come una ferita che straziò il cuore ai devoti in tutto il mondo, e proprio nel momento in cui il suo nome era una parola di speranza per l’umanità in attesa: Sri Aurobindo lo yogi, il rishi, poeta, filosofo, amante dell’umanità e portatore di una Luce nuova. Era difficile da credere e tanti corsero a Pondicherry con ogni possibile mezzo per avere l’ultimo Darshan del Saggio. Il dramma sarebbe stato irrimediabilmente tragico se la Madre non fosse rimasta fra noi per continuarlo nella sua assenza fisica, con lui che svolgeva la propria parte dietro le quinte.

Sono ormai trascorsi ventidue anni da quando egli ci ha lasciato. Il Centenario della sua nascita è stato ricordato in tutta l’India e in molte parti del mondo ed il Governo Indiano vi ha preso una parte significativa come modesto riconoscimento della grandezza di Sri Aurobindo.

Nel frattempo ha avuto luogo la manifestazione Supermentale [Il 29.2.1956 una nuova Coscienza, una nuova Forza e una nuova Luce Supermentale si sono manifestate sulla terra come risultato del lavoro di Sri Aurobindo e della Madre. (N.d.T.)] e l’Ashram di conseguenza è oggi considerato dal mondo come una istituzione spirituale dalla quale una nuova Luce irradia sulla terra. L’India sta politicamente guadagnando una posizione di prestigio in campo mondiale ed è stato parzialmente rimosso un serio ostacolo al conseguimento della sua grandezza con l’attuarsi della profezia del Maestro.

Vediamo allora lo scopo per il quale Sri Aurobindo nacque, i sogni che nutrì e per i quali lavorò, che stanno ora realizzandosi. Non venne solo per pochi individui o per un’unica nazione o razza, venne per la trasformazione della natura terrestre che era stata abbandonata a sé stessa da Dio e dagli uomini. Sono venuti altri uomini divini per dare qualche sollievo all’umanità sofferente o per mostrarle una via di fuga dalla sofferenza, ma nessuno di loro prima di Sri Aurobindo, l’Avatar Supermentale, aveva accettato la Materia come essenzialmente Brahman, e venne per divinizzarla. (...)

(...) Ebbene, nonostante tutte queste brillanti prospettive che cosa fece girare indietro la ruota? Quale decreto inevitabile cancellò e regnò supremo sulla gloriosa promessa? Ma vane ed oziose sono tali speculazioni e domande poiché anche le risposte sarebbero speculative, a meno che lui o la Madre stessa non spiegassero il mistero. Ed insieme alla sua misteriosa volontaria immolazione anche un altro interrogativo alquanto misterioso ci confonde: perché scelse il modo naturale per lasciare il corpo quando avrebbe potuto facilmente abbandonarlo nel modo yoghico, come fanno talvolta gli yoghi?

La mia risposta è che la vita di Sri Aurobindo ha rispettato le regole e le leggi della Natura, ciò che egli ha chiamato le condizioni del gioco. Ma anche queste condizioni vengono adattate ad una nuova direzione della quale la Natura, benché non la persegua, è segretamente capace e così la Natura è destinata ad un uso soprannaturale. Anche nei casi in cui venne compiuto un qualsiasi intervento miracoloso o speciale, per lui stesso o per altri, non fu per totale disprezzo di quelle regole e leggi oppure un movimento capriccioso e in definitiva inconseguente: si seguiva sempre un processo. Sri Aurobindo riassume così i numerosi aspetti dell’azione Divina: “Anche il Divino agisce secondo le condizioni del gioco. Può cambiarle ma deve farlo prima, non procedere mantenendo le condizioni ed agire mediante una serie di miracoli.”

Nel seguire così il corso della Natura probabilmente egli voleva avere l’esperienza concreta della Morte che lo avrebbe poi aiutato nella conquista del Potere sulla Morte stessa in favore del mondo, dall’altra parte della barriera. In più, questo modo naturale aveva creato le condizioni di crisi che avrebbero prodotto una risposta urgente e straordinaria della Forza spirituale, così che di pari passo con il progredire verso la morte ci sarebbe stata la discesa della Luce Supermentale. Un segno di quanto stava avvenendo può essere colto nella dichiarazione della Madre: “Appena Sri Aurobindo si ritirò dal suo corpo ciò che aveva chiamato la mente di Luce si realizzò in me.” Possiamo quindi capire anche come dopo la morte del corpo e come risultato di ciò la Luce Supermentale avesse soffuso il volto ed il suo corpo per qualche giorno. (...)

(...) Che la dipartita del Maestro fosse un ritiro volontario è stato sufficientemente chiarito da tutto il racconto precedente. In risposta ad una domanda, Sri Aurobindo mi scrisse nel 1935 “.... O forse ciò che dissi era che ho il potere di vincere la malattia, ma l’incidente, il veleno e la I.M. [Ichcha Mrityu: la morte volontaria] rimangono ancora come possibili mezzi della morte. Naturalmente la Madre ed io stesso abbiamo centinaia di volte rigettato le forze della malattia e della morte con una piccola concentrazione di forza, o anche puramente con l’uso della volontà.” (...)

(...) La Madre aveva detto al dottor Sanyal: “La gente non sa quale sacrificio tremendo egli ha fatto per il mondo. Circa una anno fa, mentre stavo discutendo con lui alcuni problemi, dissi che sentivo di voler lasciare il corpo ma egli ingiunse con un tono fermo: “No, questo mai. Se è necessario per la trasformazione posso andare io, tu dovrai realizzare il nostro yoga della discesa supermentale e della trasformazione’.” Egli disse che non ci avrebbe spiegato il motivo per cui non si stava curando, poiché non lo avremmo capito. Lo chiamò ‘un terribile misterioso sacrificio offerto dal corpo martirizzato di Dio’ e queste significative parole, che sono state gli ultimi tocchi dati a Savitri offrono forse una chiave che può dischiudere il significato dell’evento. (...)

(...) Abbiamo la illuminante dichiarazione della Madre del 7 Dicembre 1950, quando il corpo di Sri Aurobindo era ancora esposto. Dice: “Signore, questa mattina mi hai assicurato che saresti rimasto con noi finché il Tuo lavoro sarà concluso, non solo come coscienza che guida e illumina, ma anche come Presenza dinamica in azione. In termini chiari hai promesso che tutto di Te stesso rimarrà qui e non lascerà l’atmosfera terrestre finché la terra non sarà trasformata. Concedi che si possa essere degni di questa Presenza meravigliosa e che d’ora in avanti tutto in noi sia concentrato sull’unica Volontà di essere sempre più perfettamente consacrati all’adempimento della Tua Opera sublime!”

Quelli di noi che si addolorarono per la perdita tremenda ricevettero un rimprovero severo dalla Madre: “Lamentarsi è un insulto a Sri Aurobindo che è qui con noi, cosciente e vivo.”, e: “La mancanza di ricettività della terra e degli uomini è la principale responsabile della decisione che egli ha preso riguardo al suo corpo. Ma una cosa è certa, ciò che è successo sul piano fisico non influisce in nessun modo sulla verità del suo insegnamento. Tutto quello che ha detto è assolutamente vero e tale rimane. Il tempo e il corso degli eventi lo proveranno ampiamente.” E quanto ha lavorato per noi e per il mondo, può essere compreso dall’iscrizione in Inglese e Francese sul Samadhi, una dimostrazione della gratitudine della Madre:

“A Te che sei stato l’involucro materiale del nostro Maestro, a Te la nostra infinita gratitudine. Davanti a Te che tanto hai fatto per noi, lavorato, lottato, sofferto, sperato e sopportato tanto, davanti a Te che tutto hai voluto, tutto tentato, tutto preparato e compiuto per noi, davanti a Te noi ci inchiniamo e ti imploriamo affinché non dimentichiamo mai nemmeno per un istante, tutto quello che ti dobbiamo.” (...)

(...) La Madre ha scritto sul Bollettino di Educazione Fisica che non abbiamo nessuna idea del lavoro tremendo compiuto da Sri Aurobindo nei mondi occulti, il cui risultato erano tutti i cambiamenti cruciali che si andavano verificando nel corpo della Madre. Non sarà dunque un errore di percezione definire il suo trapasso un ritiro strategico né un’iperbole emotiva chiamarlo un sacrificio e un martirio. Il fenomeno stesso cui assistemmo fu qualcosa di stupendo che sfidava tutte le leggi e i canoni della scienza. Chi mai ha sentito di un corpo che, morto, col suo normale colorito umano, cambi durante la notte e diventi carico di una radiosità oro cremisi, che restò intatta per cinque giorni! [Nel clima dell’India Meridionale i segni di decomposizione del corpo compaiono in ventiquattro ore. (N.d.T.)]

Il secondo effetto, il cui significato non sarà evidente a coloro che non hanno familiarità con lo yoga di Sri Aurobindo, fu, per citare la Madre, il seguente: “Appena Sri Aurobindo si ritirò dal corpo, ciò che aveva chiamato la Mente di Luce si realizzò in me. La Supermente era scesa tanto tempo fa, tantissimo tempo fa, nella mente e anche nel vitale: stava lavorando anche nel fisico, ma indirettamente, tramite quegli intermediari. La questione ora riguardava l’azione diretta della Supermente nel fisico. Sri Aurobindo disse che poteva essere possibile soltanto se la mente fisica avesse ricevuto la luce supermentale: la mente fisica che riceveva la luce supermentale, Sri Aurobindo la chiamò Mente di Luce.”

Fu perché la Madre, come sua suprema collaboratrice, era lì a ricevere la Luce ed a continuare il suo lavoro che Sri Aurobindo potè compiere l’olocausto di sé stesso. Quell’olocausto ha avuto anche un effetto che non può che essere considerato perfettamente in accordo con la visione stessa di Sri Aurobindo; è chiaro infatti che l’Ashram ‘invece di diminuire dopo il volontario ritiro del Maestro è balzato gloriosamente avanti sotto la direzione della Madre’.

Oggi il mondo esterno riconosce Sri Aurobindo attraverso la Madre, mentre finché Sri Aurobindo era nel corpo fisico avveniva il contrario, eccetto per gli appartenenti all’Ashram: la personalità suprema di Sri Aurobindo, benché in isolamento, dominava la scena. Ora il quadro, come ho detto, è completamente diverso e possiamo constatare come tutto il mondo venga dalla Madre accettandola come la Madre Divina, la Shakti che dirige, guida, salva e distrugge. Questo è ciò che Sri Aurobindo aveva voluto e stabilito da quando la Madre si era occupata dell’Ashram, come il primo desideratum del suo yoga supermentale.

Tutto questo è stato reso possibile e rapidamente efficace dal suo incomparabile sacrificio. E anche in armonia con la natura del Maestro; egli aveva ammesso che era sempre incline per temperamento ad agire da dietro un velo, il modo del Supremo di muovere gli uomini e le forze senza che se ne rendessero conto: la sua vita politica, tranne un breve periodo, e la sua vita a Pondicherry attestano questa verità. (...)

(...) L’ineffabile Presenza fisica di un Avatar della grandezza di Sri Aurobindo, il cui impegno era ultimamente proprio la trasformazione e la divinizzazione del corpo, costituiva un dono celeste per la nostra stessa vita corporea sulla terra: altrimenti l’incarnazione stessa avrebbe perso molto del suo significato. Lo sviluppo sia esteriore che interiore verso la divinizzazione fisica è andato avanti a gran passi nella Madre, cosicché in un futuro non distante si vedrà che quel sacrificio e quel martirio non sono stati invano, ma hanno portato all’emergenza di un corpo glorificato, cioè il conseguimento della vittoria supermentale sulla Materia.

Si può allora concludere affermando che nella sua dipartita quanto nella sua vita lo scopo dell'intera sadhana di Sri Aurobindo è stato realizzato, cioè far manifestare la Madre, senza di che la divinizzazione della Materia sarebbe stata impossibile. Questa è la verità espressa con molta bellezza nella sua poesia intitolata II Lavoro di un Dio:

Ho raccolto i miei sogni in un’aria d’argento
Fra l’oro e l’azzurro
E li ho avvolti dolcemente e li ho lasciati lì,
I miei sogni ingioiellati di te.

E la poesia finisce:

Lascerò i miei sogni nella loro aria d’argento
Perché in una scena d’oro e azzurro
Si muoverà sulla terra, personificata e bella
La verità vivente di te.

I have gathered my dreams in a silver air
Between the gold and the blue
And wrapped them softly and left them there,
My jewelled dreams of you.

I shall leave my dreams in their argent air,
For in a raiment of gold and blue
There shall move on the earth embodied and fair
The living truth of you.



Il libro "Dodici anni con Sri Aurobindo" di Nirodbaran è disponibile tradotto integralmente in lingua italiana presso lo Sri Aurobindo Ashram Pondicherry India. Più specificatamente potrà essere ordinato presso la libreria ufficale dell'Asharam Sabda di cui riportiamo il link sabda.sriaurobindoashram.org/






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