Dodici anni con Sri Aurobindo di Nirodbaran - Cap. 10 CORRISPONDENZA E INTERVISTE
La corrispondenza di Sri Aurobindo con i discepoli cessò sotto tutti gli aspetti come conseguenza del suo incidente e sembrò non esserci più alcuna probabilità che egli la riprendesse. Come non avrebbe accettato di nuovo il ripristino delle otto o nove ore di darshan dei vecchi giorni, così niente più nove ore di corrispondenza; d'altra parte tutto questo era sopravvissuto oltre la propria necessità.
Come il Maestro incominciò a stare meglio, riprese a lavorare e la corrispondenza con lui assunse un’altra forma. La gente prese ad inviargli domande, richieste verbali o anche lettere per mezzo di uno chiunque di noi con il quale avessero un rapporto di simpatia, ed anche noi gliele facevamo pervenire volentieri, sia per nostro interesse sia per quello dei comunicanti, perché servivano a creare con lui un’apertura per qualche conversazione su questioni intellettuali, problemi di vita, esperienze in sogno, eccetera. Sri Aurobindo li soddisfaceva molto spesso con una risposta generosa, o prestava il suo aiuto spirituale alla loro sadhana o alle loro difficoltà umane.
Anche la gente senza alcun rapporto con noi lo avvicinava per ottenere la sua guida e alcuni esempi a questo proposito sono stati documentati nelle Conversazioni con Sri Aurobindo. In questo modo, diversa nostra gente, abitanti dell'Ashram o visitatori, che non sperarono mai di arrivare a Sri Aurobindo per mezzi esterni ebbero così la 'grazia divina', come la chiamarono, di essere uditi dal Signore.
Il suo ritiro volontario veniva poi talvolta parzialmente interrotto dalla mano del destino. Un visitatore amico fu ingiustamente coinvolto in un caso di crimine e incarcerato. (...)
(...) In seguito, durante la sommossa Hindu-Mussulmana a Calcutta, gli vennero rivolti costanti e frenetici appelli per avere il suo consiglio, guida e soccorso. Quando durante i primi giorni gli Hindu stavano per essere sopraffatti, Sri Aurobindo osservò: “Perché gli Hindu non colpiscono?” Proprio il giorno successivo la scena cambiò e ci fu un’enorme controffensiva.
Questi sono solo pochi ma importanti esempi che ricordo ancora. Perché la gente non si impressioni nell’udire Sri Aurobindo consigliare la violenza, li invito a riferirsi ai suoi Saggi sulla Ghita dove discute la questione. Qui citerò poche frasi tratte dalla mia corrispondenza.
Dice: “C’è una verità nell'Ahimsa [Non-violenza], c’è anche una verità nella Distruzione... generalmente la non-violenza è meglio della violenza, eppure qualche volta la violenza può essere la cosa giusta...”
Tutte le comunicazioni venivano comunque fatte per lo più oralmente e non interferirono con il lavoro personale di Sri Aurobindo. Gradualmente incominciò però a richiedere la sua attenzione una corrispondenza di altro genere. Intendo dire quegli scritti sui vari aspetti del suo lavoro che venivano mandati sia da sadhaka, sia da visitatori oppure da estranei, per la sua approvazione, un suo commento o un suggerimento. Posso citare la serie di articoli del professore Sisir Mitra, la tesi del professore Haridas Chaudhuri [Haridas Chaudhuri, 1913-1975, filosofo integrale bengalese, fu in corrispondenza con Sri Aurobindo e fondatore del California Institute of Integral Studies (CIIS)] sulla sua filosofia, il libro di storia del professore Sisir Mitra, i libri del professore Langley, di Morwenna Donnelly [Morwenna Donnelly è stato uno scrittore britannico che ha vinto il Premio John Llewellyn Rhys nel 1942 per il suo "libro-poesia" Beauty and Ashes], del professore Monod-Herzen [Dottore in scienza, professore di fisica, ha insegnato in Francia, ma anche in Oriente per più di 12 anni, in Afghanistan, in Vietnam, dove è stato preside di facoltà, e in India presso lo Sri Aurobindo Ashram], del dottor Srinivas Iyengar e quello di Lizelle Raymond su Sorella Nivedita, per citarne alcuni.
Agli ultimi tre libri Sri Aurobindo apportò estese aggiunte e cambiamenti. Gli vennero letti anche articoli occasionali di giovani studenti che ricevettero da lui un incoraggiamento; Arabinda Basu fu uno di questi. Gli si leggevano ad alta voce anche poemi scritti da sadhaka: ad esempio Dilip, Amal Kiran (K.D. Sethna), Nishikanto, Punjalal e Tehmi, o di un poeta di Goa, il professore Menezies. Poi venivano i giornali, The Advent e Mother India, quest’ultimo in particolare, essendo un bisettimanale semipolitico, aveva bisogno della sua approvazione per poter essere pubblicato.
La maggior parte degli editoriali di Mother India scritti da Amal Kiran erano giudicati impeccabili e in poche occasioni vennero comunicati telegraficamente piccoli ma significativi cambiamenti. Il famoso messaggio di Sri Aurobindo sulla Korea, con la sua predizione delle mire del comunismo Stalinista sull’Asia Sud-Orientale e sull’India attraverso il Tibet, era stato mandato originariamente in forma privata ad Amal Kiran come sua indicazione e uno degli editoriali si basò su esso. Sri Aurobindo aveva dichiarato privatamente che Mother India era il suo giornale.
Quando si lanciò il Bollettino del Centro Internazionale di Educazione Sri Aurobindo, la Madre volle che iniziasse con un articolo del maestro. Passò qualche giorno e lei gli chiese se avesse incominciato a scriverlo; rispose con un sorriso: “No”. Dopo pochi giorni gli ricordò l’urgenza. Allora incominciò a dettare sul valore dello sport e della ginnastica fisica ed ebbe così inizio una serie di articoli tra cui il più memorabile fu II Corpo Divino, era un pezzo lungo e richiese più di una settimana perché avevamo solo quasi un’ora al giorno circa da dedicargli.
Mentre il Maestro dettava mi meravigliavo di una simile conoscenza della Grecia e dell’India antiche accumulata in qualche parte della sua memoria supercosciente e che ora si riversava giù a comando con un flusso scorrevole. Non veniva consultata nessuna nota e non c’era bisogno di alcun libro; eppure, nonostante un intervallo di tante decine di anni tutto era fresco, spontaneo e ricordato in vivido dettaglio! Questo articolo, come gli altri, fu poi letto alla Madre in presenza di Sri Aurobindo e lei esclamò: “Magnifico!”, Sri Aurobindo semplicemente sorrise. Questa serie di articoli è stata poi raccolta in un libro intitolato La Manifestazione Supermentale sulla Terra. (...)
(...) Le letture e la corrispondenza dettata, come ho detto prima, incominciarono ad aumentare di volume e assorbire gran parte del suo tempo limitato. Di conseguenza la revisione di Savitri ne soffrì e dovette essere rimandata ripetutamente finché un giorno disse: "Il mio lavoro principale viene trascurato."(...)
(...) Quello di Dilip fu un caso speciale. L’incidente di Sri Aurobindo aveva troncato ogni rapporto con lui e Dilip ne soffrì molto. Dopo qualche tempo, Sri Aurobindo fece un’eccezione e riprese la corrispondenza con lui fin quasi al momento del suo trapasso e gli concesse anche una udienza.
Anche Amal, che a quel tempo viveva a Bombay, rappresentò un’eccezione. Particolarmente importanti furono le lunghe risposte, qualche volta di ventiquattro fogli scritti a macchina, che Sri Aurobindo dettò in risposta alle sue domande su soggetti come ‘Grandezza e Bellezza in Poesia’, e lo fu anche la corrispondenza riguardante Savitri. Tutto questo costituisce gli ultimi scritti che il Maestro dettò. Sono un’ opera a parte e sono un contributo permanente per il nostro apprezzamento della poesia mistica in generale e di Savitri in particolare.
Mi sembrò che si dedicasse a questo lungo lavoro con molto piacere e che fosse lieto dell’opportunità di gettare un po’ di luce sul suo poema senza uguali, affinché fosse meglio capito in futuro e di nuovo mi stupii per la sua conoscenza sorprendentemente vasta. Questa lunga comunicazione ebbe bisogno di pochi cambiamenti. I rapporti fra il Maestro e il discepolo proseguirono per due anni tramite me e non si potrà mai essere sufficientemente grati al discepolo per avere sollecitato il Maestro sulla propria creazione. (...)
(...) Fra le udienze concesse da Sri Aurobindo a personaggi pubblici, la prima ebbe luogo nel Settembre 1947, seguita in seguito da poche altre; fu una grande concessione da parte sua rompere il suo volontario isolamento.
Un importante uomo politico francese, Maurice Schumann, venne inviato dal suo Governo a capo di una missione culturale allo scopo di vedere Sri Aurobindo e rendergli omaggio da parte del Governo Francese; portava inoltre con sé la proposta di stabilire a Pondicherry un istituto per la ricerca e lo studio della cultura indiana ed europea, con a capo Sri Aurobindo.
Io fui felicemente sorpreso da queste grandi notizie, grandi nel senso che Sri Aurobindo aveva accettato la proposta, poiché interpretavo il fatto come un indizio di una sua futura attività pubblica e il fatto che essa fosse immediatamente successiva all’Indipendenza dell’India indicava il suo ruolo di potenza in vista del consesso delle nazioni, come era stato previsto da Sri Aurobindo.
Sembra che Sri Aurobindo chiese alla Madre in quale lingua avrebbe dovuto parlare ai delegati.
La Madre rispose: “Come! In francese! Conoscete il francese.”
“No, no! Non posso parlare in francese”, protestò Sri Aurobindo.
La Madre, Sri Aurobindo e i delegati francesi restarono chiusi nella stanza del Maestro e non sappiamo che cosa si dissero.
La seconda udienza fu concessa a Sir C. R. Reddy l’11 Dicembre 1948, un anno dopo la liberazione dell’India, quando questi venne ad offrire a Sri Aurobindo da parte dell’Università dell’Andhra Pradesh il Premio Nazionale per le Lettere. In questa occasione Sri Aurobindo inviò un messaggio all’Università dell’Andhra ‘sottolineando di nuovo il ruolo vero e unico dell’India risorgente!’
Posso citare qui le ultime righe per mostrare come l’India fosse sempre presente nella sua coscienza: “Sarebbe una tragica ironia del destino se l’India gettasse via il suo retaggio spirituale nel momento in cui nel resto del mondo ci si rivolge sempre più a lei per un aiuto spirituale e una luce salvatrice. Questo non deve succedere e sicuramente non accadrà, ma non si può dire che il pericolo non esista... Senza dubbio vinceremo, ma non dobbiamo mascherare a noi stessi il fatto che dopo questi lunghi anni di sottomissione e i suoi effetti deprimenti e menomanti ci sia bisogno di una grande liberazione e di un cambiamento interni ed esterni e di un vasto progresso interiore ed esteriore se dobbiamo realizzare il vero destino dell’India.”
L’udienza successiva fu a K. M. Munshi nell’Aprile 1950 [Kanhaiyalal Maneklal Munshi, patriota, scrittore e uomo politico, fondatore della celebre casa editrice Bharata Vidya Bhavan]. Negli anni precedenti avevamo discusso con Sri Aurobindo di Munshi quando il Maestro lo considerava suo discepolo. Dopo l’incontro Munshi disse: “Brillava nei suoi occhi una profonda luce di conoscenza e di saggezza. L’estrema calma dello spirito sembrava avesse convertito l’intera personalità nella Presenza radiante di uno che splendeva della luce della Conoscenza. Era l’assoluta integrazione della personalità, l’Idea Centrale della Cultura Ariana materializzata in forma umana, uno dei più grandi architetti della vita creativa.”
In un altro punto Munshi scrive: “Quando visitai Sri Aurobindo nel 1950, dopo un intervallo di più di quarant’ anni, vidi davanti a me un essere completamente trasformato, radiante, beato e avviluppato in un’atmosfera di calma divina.Parlava con voce bassa e chiara, che sconvolgeva le profondità del mio essere. Gli parlai dei miei bisogni spirituali. Il saggio rispose: ‘... Ti scrissi che ti avrei aiutato e a mio modo ti sto aiutando.... Sorveglierò il tuo progresso.’ Poi discutemmo di cultura indiana. ‘La generazione più giovane’ dissi ‘si nutre di teorie e credenze che stanno minando la vita più alta dell’India.’ Il Maestro rispose: ‘Devi superare questa mancanza di fede. Sii sicuro che la nostra cultura non può essere minata. Questa è solo una fase di passaggio.’ Poi il Mahayoghi mi sorprese: ‘Quando ti aspetti che l’India sarà unita?’ chiese. Ero sconcertato. Gli spiegai come i nostri capi avessero accettato la partizione. Poi dissi: ‘Per quanto riguarda l’attuale generazione di politici non riesco a pensare ad un momento in cui i due paesi India e Pakistan potranno essere uniti.’ Sri Aurobindo sorrise e affermò: ‘L’India sarà riunita. Lo vedo chiaramente.’ Era un’opinione? Una chiara percezione? Scossi la testa nel dubbio e chiesi come l’India avrebbe potuto essere riunita. In due brevi frasi il dio-uomo descrisse ciò che il Pakistan significava e indicò come i due paesi potevano essere riuniti ”. Munshi era uno dei capi importanti che riconobbero lo sbaglio di non aver ascoltato l’appello di Sri Aurobindo di accettare la Proposta Cripps.(...)
(...) Seguì la lunga serie di regolari udienze a Surendra Mohan Ghose, proseguite per qualche anno fino a pochi mesi prima della dipartita di Sri Aurobindo. Non dovrei chiamarle udienze perché era stato seguace politico di Sri Aurobindo nei primi tempi e più tardi suo discepolo e un importante capo politico del Bengala. Ogniqualvolta visitava l’Ashram aveva incontri con il Maestro per ricevere indicazioni sull’attività politica che aveva accettato come proprio lavoro.
Sri Aurobindo lo usò come suo strumento e ci disse: “Egli è il mio uomo.” Nei discorsi che tenne agli studenti del nostro Centro di Educazione, Surendra Mohan accennò parzialmente ai diversi argomenti che aveva discusso con lui, erano principalmente situazioni internazionali, nazionali e provinciali e anche soggetti spirituali. Essi costituiscono un documento molto illuminante che testimonia l’intervento esterno di Sri Aurobindo nella politica oltre alla sua azione occulta.
Spesso vedevo Surendra in anticipo per ottenerne notizie di prima mano e Sri Aurobindo chiedeva: “Che cosa dice Surendra Mohan?” Permettetemi di citare un esempio per illustrare come gli yoghi hanno più discernimento dei politici nel loro stesso campo.
Surendra Mohan scrive: "Quando venni qui nell'Ottobre o Novembre del 1949, Sri Aurobindo mi chiese: 'Perché non mi hai domandato niente circa la situazione tra le comunità Hindu e Mussulmane in Bengala?' Risposi: 'Non c'è niente da comunicare, è tutto molto quieto.' Lui disse: 'No, no, stai attento. Può succedere qualcosa.' E qualcosa di terribile accadde: le stragi tra le comunità."
Eppure neanche i grandi capi vi avevano prestato attenzione, pensavano fosse impossibile anche quando Surendra Mohan li informò dell'avvertimento di Sri Aurobindo. Sri Aurobindo predisse anche 'il dissenso Russo-Cinese e la futura disintegrazione della Cina'.
Si ridicolizza l'idea che gli yoghi abbiano una qualsiasi conoscenza su argomenti estranei al loro limitato campo spirituale. L'intervento di Sri Aurobindo durante la Proposta Cripps fu stigmatizzato come un'interferenza ignorante e illegittima, ma più di una volta egli dimostrò quanto fosse falso questo concetto. Non solo gli yoghi sono al corrente degli affari mondiali, ma coloro che ordinariamente pretendono di averne cognizione sono effettivamente ignoranti e incompetenti perché, secondo Sri Aurobindo, a meno che non si conosca il dominio dello Spirito, la conoscenza del mondo rimane incompleta. (...)
(...) Un'altra udienza importante che Surendra Mohan riuscì quasi a organizzare, ma che non si concretizzò mai, fu con il Mahatma Gandhi, nonostante la disponibilità di entrambe le parti a incontrarsi. Sri Aurobindo disse: "Adesso può venire. Puoi comunicargli questo." Il Destino intervenne e frustrò ciò che avrebbe potuto essere un incontro importante!
Il libro "Dodici anni con Sri Aurobindo" di Nirodbaran è disponibile tradotto integralmente in lingua italiana presso lo Sri Aurobindo Ashram Pondicherry India. Più specificatamente potrà essere ordinato presso la libreria ufficale dell'Asharam Sabda di cui riportiamo il link sabda.sriaurobindoashram.org/