Dodici anni con Sri Aurobindo di Nirodbaran - Cap. 9 LE RISA DEGLI DEI (Umorismo)
La vecchia idèe fixe che Sri Aurobindo fosse un eremita e che non sapesse sorridere o ridere è ormai morta e una nuova idea fissa che forse egli sorridesse o ridesse troppo per uno yoghi potrebbe portarci all'estremo opposto. Tuttavia un giudizio sensato dopo aver preso visione delle sue lettere, discorsi ed opere creative, confermerà l'opinione che il suo yoga invece di inaridire la sorgente dell'allegria la fece scorrere come il Gange.
La sua coscienza era diventata vasta come l’universo ed egli aveva scandagliato le estreme profondità e altezze dell’esistenza, aveva letto “il libro meraviglioso delle cose comuni” quanto i misteri supremi di Dio e aveva trovato il puro rasa [gusto] che sta alla radice delle cose. Il suo amore e la sua compassione scorrevano verso tutti gli uomini e le creature come un oceano che dà la vita.
Scrisse in una delle sue lettere: “Solo l’Amore Divino può sopportare il peso che devo sopportare io e tutti coloro che hanno sacrificato tutto il resto all’unico scopo di innalzare la Terra dalla sua oscurità verso il Divino. Il je m’en fiche-ismo di Gallio non mi aiuterebbe di un passo e certamente non sarebbe divino. Un altro sentimento del tutto diverso mi aiuta a camminare' senza lacrime e senza lamenti verso il traguardo.” (Aprile 1934).
Nel suo Ashram, composto da un lato da gente di villaggio analfabeta e dall’altro da élite intellettuale, con quale pazienza e tolleranza, amore e compassione, come un grande patriarca, egli ci guidò e ci condusse tutti verso la meta! L’umorismo che sorgeva dal suo cuore compassionevole lo fece sorridere delle follie, debolezze e molte eccentricità della nostra natura umana. I lettori delle Conversazioni con Sri Aurobindo [Talks with Sri Aurobindo: Sri Aurobindo Ashram Pubblication Departement] devono aver osservato come egli gettasse da parte il suo abito di serietà e godesse con noi il puro divertimento e l’allegria, come fossimo suoi stretti compagni. (...)
(...) In certi passaggi di questo libro ho riportato qualche esempio del suo senso dell'umorismo, ora lo sottolineerò maggiormente traendo gli esempi da parecchie fonti e aggiungerò il mio pezzo per l'allegria di tutti. I lettori noteranno anche come qualsiasi circostanza o situazione potesse far scattare la sua Musa comica in forma di raffiche sostenute o di battute rapide e brillanti.
Ecco un esempio di pura allegria.
Sri Aurobindo era sdraiato a letto. Stavamo bisbigliando fra noi e Champaklal tentava di soffocare la sua risata ma scoppiò di colpo e dovette uscire di corsa dalla stanza.
Sri Aurobindo guardandoci disse: “Di quale discesa divina si trattava?”
“Champaklal è scoppiato a ridere”, risposi controllando l’allegria.
Sri Aurobindo: “Oh, allora era l’Ananda di Vishnu che è discesa!”
Poco dopo Champaklal disse: “I miei occhi sono sempre bagnati.” (...)
(...) Rivolgendosi al dottor Manilal, col quale era molto libero durante le conversazioni, Sri Aurobindo affermò: “Il tuo accenno a piccole somme a scopo di corruzione mi fa pensare a X. Diceva che la gente spingeva semplicemente i soldi verso di lui e non poteva che accettarli; ‘dopo tutto è un piccolo dono’ commentava. Mi sono ricordato allora della storia della domestica. Aveva avuto un figlio illegittimo, la padrona di casa era molto arrabbiata e la rimproverò severamente per questa colpa. Rispose: ‘Ma signora, è così piccolo!’ ” (...)
(...) Avevo scritto di un paziente: “La maggior parte del disturbo è causato dall’abduzione della giuntura dell’anca.”
Sri Aurobindo: “L’abduzione di una giuntura, signore?
Che cos’è questa immoralità flagrante? Che cosa accade alla giuntura quando è abdotta? E che cosa ne è delle due ossa in collisione? Fanno parte dell’abduzione? Bene, abducilo da Philaire.” (Philaire era un chirurgo francese.)
Un’altra volta scrissi: “X ha avuto irregolarità mestruali causate da tensione fisica e mentale dovute alla poesia.”
Sri Aurobindo: “Dio mio! Adesso la poesia dev’essere anche la causa di mestruazioni irregolari!”
Protestai: “Non è la poesia, ma la tensione fisica e mentale, Signore! Venire qui, andare là, con il poema da mandare a voi e tutto il resto, non bastano per causare tensione?”
Sri Aurobindo: “Che sollievo mi dai! Stavo pensando che se la poesia poteva essere causa di mestruazioni irregolari, che cosa potrebbe fare a te, a Dilip e a Nishikanta?”
I puritani della moralità, temo, bruceranno con santa indignazione per tale leggerezza senza inibizioni. Per rappacificarli, permettetemi di citare qualche esempio serio.
Chiesi: “Datemi per piacere qualche preciso suggerimento pratico sull’arte di guarire. Come portare giù la Forza?” Rispose: “Mio Dio, uomo! Non sono un medico. Come? C’è un come? Chiami, ti apri, e viene (dopo un certo tempo).
O non chiami, ti apri, e viene. O chiami, non ti apri, e non viene. Tre possibilità. In che modo? Già, Dio lo sa, o forse non lo sa.” Un esempio di aiuto spirituale dato con leggerezza sul problema della ricettività. (...)
(...) Scrivo: “Ieri il dito di J è stato inciso prematuramente, ma non c’era quasi niente pus. Oggi il gonfiore persiste.”
Sri Aurobindo: “La Madre suggerisce acqua calda, una parte di perossido e tre di acqua e immergervi il dito per quindici minuti. Alcuni di questi mali guariscono con un simile trattamento. Veramente doveva essere fatto subito, ma anche adesso può essere efficace.”
Io: “Ebbene, è quasi esattamente quello che abbiamo consigliato fin dall’inizio, solo che il perossido non le è stato dato.” Sri Aurobindo: “Stai prendendo giornalmente quasi esattamente la stessa cosa che gli Anglo-Indiani bevono nei loro circoli, cioè una dose di alcool; solo che brandy e seltz non ci sono, ma l’acqua sì.”
Io: “Non potevo toccare la paziente senza farla piangere. Poi le donne pensano: ‘Che bruti crudeli sono questi medici!’ ” Sri Aurobindo: “Molto più sicuro che se pensassero: ‘Come sono cari questi medici, tesori, angeli!’.”
Io: “Sono precipitato in un mare di aridità e sono terribilmente assetato di qualcosa. E insieme a ciò, onde di antico desiderio. C’è un qualsiasi rimedio disponibile?”
Sri Aurobindo: “Iniezione di Eucaristia da sopra, rifiuto purgativo da sotto, dieta liquida, succo di frutta psichico e latte dello spirito.”
***
Io: "Per questo yoga uno deve avere il cuore di un leone, la mente di uno Sri Aurobindo, il vitale di un Napoleone!"
Sri Aurobindo: "Mio dio! Allora sono fuori dalla lista dei candidati, non ho né il cuore di un leone né il vitale di un Napoleone."
***
Io: “Quale sarà la natura della trasformazione fisica? Un cambiamento di pigmento? Tratti Mongolici che diventano Ario-Greci? Testa calva con crescita lussureggiante? Vecchi trasformati in dèi di giovinezza eterna?”
Sri Aurobindo: “Perché non sette code con una ottava sulla testa; ogni persona di tinte diverse, azzurro, magenta, indaco, verde o scarlatto? Capelli folti ma color vermiglio che volano dritti verso il cielo e altri dettagli simili. Amen! Ora non puoi certo dire che tutti i tuoi punti non siano stati chiariti.”
Io: “Di nuovo un benedetto foruncolo dentro la narice sinistra, doloroso e febbricitante. Una dose di Forza, per piacere.”
Sri Aurobindo: “Come dice il poeta modernista:
O benedetto, benedetto foruncolo dentro la narice,
come con puro piacere fai trasalire il mio padrone!
Egli canta di te con trillo singhiozzante e trillo tribolato,
o benedetto, benedetto foruncolo dentro alla narice.
Spero che questo stotra [Distico liturgico] propizierà il foruncolo e lo farà sparire, soddisfatto?”(...)
***
(...) Io: “Il risultato dell’ultimo Darshan è stato un disturbo in certe parti. Sono forse le difficoltà della natura individuale che sono salite?”
Sri Aurobindo: “Individuali e generali. Il subcosciente, signore, il subcosciente. Irruzioni brillanti del Brahman subcosciente nella noia della vita ordinaria. Salute al Brahman subcosciente.”
Parlando di astrologia il dottor Manilal disse: “Ho incontrato un astrologo che voleva guadagnare soldi. Ma non sapeva che ero un padrone duro con cui trattare.”
La pronta risposta di Sri Aurobindo: “Avrebbe dovuto propiziare Saturno prima di venire da te.” Un accenno gentile alla parsimonia di Manilal!
“Ma c’era un altro astrologo”, aggiunse Manilal, “un buon uomo che ora è morto.”
Sri Aurobindo: “E quest’altro che è vivo è uno cattivo?” Satyendra: “Lo psichico del Divino è come un dittatore.” Sri Aurobindo: “È più come un monarca costituzionale che vi permette di fare quello che vi piace.”
Satyendra: “Ma non viene fuori.”
Sri Aurobindo: “Perché aspetta il consenso di tutti i membri del gabinetto.” Verità spirituale resa con analogia moderna.
Ecco l'ultimo esempio, che può essere preso come umoristico o una dichiarazione seria.
Kalyan, un sadhaka, offrì a Sri Aurobindo la pelle della prima tigre che aveva abbattuto dicendomi: “Per piacere, dì al Signore che la testa della pelle è senza il teschio, così non c’è nessun rischio che egli vi inciampi.”
“Bene, sarà messa sotto i miei piedi al Darshan”, rispose il Maestro con un sorriso. Da allora fu sempre posta sotto i suoi piedi.
Penso di poter concludere questo capitolo con il senso di ‘qualcosa di fatto’. Sono stati citati sufficienti esempi di vario genere, in un ambito ristretto, per mostrare che il Divino sa come ridere; poiché altrimenti, per citare Sri Aurobindo, "il mondo sarebbe andato all’inferno tanto tempo fa".
Il libro "Dodici anni con Sri Aurobindo" di Nirodbaran è disponibile tradotto integralmente in lingua italiana presso lo Sri Aurobindo Ashram Pondicherry India. Più specificatamente potrà essere ordinato presso la libreria ufficale dell'Asharam Sabda di cui riportiamo il link sabda.sriaurobindoashram.org/