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Nirodbaran




Dodici anni con Sri Aurobindo di Nirodbaran - Cap. 4 LA MADRE DIVINA

"Questa è Lei"

I Due che sono uno sono il segreto di ogni potere,
I Due che sono uno sono il potere e il giusto nelle cose.

The Two who are one are the secret of all power,
The Two who are one are the might and right in things.

La mia intenzione in questo capitolo non è di descrivere la vita della Madre poiché la sua vita, come quella di Sri Aurobindo, non si è svolta in superficie e la loro vita esteriore riflette in piccolissima misura quello che essi sono nella loro immensità trascendentale. (...)

(...) Nei capitoli precedenti mi sono soffermato a lungo sulla relazione della Madre con Sri Aurobindo e il ruolo che lei ha avuto nella sua vita esteriore. Nei primi tempi ci fu una notevole speculazione sul loro rapporto: era quello di Purusha e Prakriti [Purusha-Prakriti: l'anima inattiva, cosciente e testimone - la natura attiva e creatrice. Shiva-Shakti: il Divino e la sua Forza cosciente], del Maestro e discepolo, o quello di Shiva e Shakti? Ero quindi molto curioso. All'inizio li osservai cercando di capire tale rapporto e giunsi alla conclusione che era quello di Shiva e Shakti. La Madre ha detto: "Senza di lui io non esisto; senza di me egli non è manifesto."  ed a noi è stata concessa l'opportunità singolare di testimoniare la duplice personalità dell'Uno compiere sul nostro piano terrestre un gioco immortale, raro nella storia spirituale dell'uomo. (...) Sri Aurobindo disse che con l'aiuto della Madre aveva coperto dieci anni di sadhana [Disciplina spirituale] in un solo anno. La stessa fondazione dell'Ashram testimonia questa verità irrefutabile: "Egli vuole, io eseguo." (...)

Sri Aurobindo mi aveva scritto "...La pressione della Madre verso il cambiamento è sempre forte, anche quando non la pone come forza è presente per la natura stessa dell'Energia Divina che è in lei." Questa è l'impressione indubitabile e potente di tutti coloro che hanno avuto a che fare con lei per qualsiasi cosa, da vicino o da lontano. Mentre nell'atmosfera di Sri Aurobindo si sentiva una larga e ampia libertà di natura, il contatto della Madre ci portava sempre alla dura realtà delle cose.

Ogni qualvolta lei veniva nella stanza di Sri Aurobindo entrava una vibrazione potente nel silenzio calmo e passivo del Sé, mettendoci sul qui vive, non eravamo più lasciati alla nostra libertà di movimento: se stavamo chiacchierando ci fermavamo, un giornale rimaneva non letto, se qualcuno era appoggiato al muro si raddrizzava. In una parola, tutti erano tesi come una corda d'arco, certamente non per paura  ma per elevarci alle sue aspettative. Anche Sri Aurobindo, se nel corso della conversazione serale la vedeva arrivare, diceva con voce sommessa: "La Madre sta arrivando!" e smetteva di parlare, mentre la Madre ci incoraggiava con un sorriso, "Continuate, continuate!" Tale era il suo dinamismo, cit tapas!(...)

(...) La sorpresa più grande per me fu di osservare la perfezione e la precisione con cui aveva provveduto a tutti i quotidiani bisogni fisici di Sri Aurobindo: non doveva chiedere nulla né cercare niente, tutto era al suo posto nel momento giusto. Benché la sue attività fossero mille ed una, essa trovava sempre tempo per pensare ai bisogni di lui, così come Sri Aurobindo aveva sempre in mente quelli di lei. Le due coscienza erano una, cosicché, quando Sri Aurobindo ebbe l'incidente, la Madre sentì subito la vibrazione nel sonno. Di tutte le cose che a lui occorrevano veniva tenuta una scorta in quantità sufficiente: il materiale per scrivere, il necessario da toeletta, le spirali e la crema per le zanzare e altre cose. Vari orologi furono posti in luoghi diversi perché Sri Aurobindo voleva sapere spesso l'ora. L'acqua calda per il suo bagno di mezzanotte veniva preparata da una persona particolare; i suoi dhoti erano lavati e stirati giornalmente da un altro; un terzo faceva il letto; i pasti venivano preparati da un gruppo speciale e non solo lei lo serviva personalmente ma diceva quale piatto si doveva preparare ed in qual modo, quali verdure coltivare e quale frutta ordinare. Tutto era sotto la sua diretta sorveglianza. Il suo unico interesse era servirlo e accontentarlo poiché Egli era il Suo Signore, così lei lo chiamava. (...)

(...) La sua organizzazione funzionava così bene per la sua scelta intuitiva delle persone giuste. Un esempio: Champaklal fu selezionato sin dall'inizio per il servizio personale di Sri Aurobindo e nessuna scelta poteva essere migliore. Ho già parlato della sollecitudine della Madre per la salute di Sri Aurobindo; da quando venne all'Ashram questa fu la sua occupazione speciale. Sappiamo quanto frugalmente Sri Aurobindo aveva vissuto insieme ai suoi compagni ed il suo fisico era di conseguenza, se non fragile, molto magro. La Madre apportò una certa prosperità e spesso lo assisteva personalmente, lei stessa gli preparava la minestra. Abbiamo visto come arrangiasse personalmente i cibi per Sri Aurobindo; qualche volta perfino glieli mescolava e li serviva, tenendo sempre presente il suo gusto. Come si diceva, fu su richiesta della Madre che Sri Aurobindo smise di fumare per essere di esempio agli abitanti dell'Ashram che ne avevano preso l'abitudine.

Lei si occupava anche della giusta atmosfera nella stanza. Un esempio: ci venivano mandati tanti giornali per la lettura di Sri Aurobindo, ma lui leggeva solo The Hindu e il Daily Mail per il suo inserto umoristico Curly Wee. Poiché avevamo tanto tempo a disposizione frugavamo in tutti i giornali uno dopo l'altro per trovare delle notizie sulla guerra. Ogni volta che la Madre entrava nella stanza lanciava il suo primo sguardo al nostro angolo ove spesso, la mattina, trovava un mucchio di questi giornali, e noi che ne stavamo facendo un buon banchetto.

Un giorno improvvisamente, con nostra sorpresa, tutti i giornali smisero di arrivare ad eccezione di The Hindu e di Amrita Bazar Patrika. Sri Aurobindo chiese come al solito il Daily Mail ma gli dovemmo dire che la Madre aveva interdetto tutti questi giornali poiché le sembrava che sciupassero l'atmosfera della sua camera, non sapeva che a Sri Aurobindo interessava il Mail; egli semplicemente sorrise. Questo piccolo incidente indica come la sua sempre vigile intelligenza si occupasse di tutti gli affari, mondani e spirituali, e mostra la quieta accettazione di Sri Aurobindo delle sue decisioni. (...)

(...) Questo mostra come la Madre stesse in guardia contro tutte le eventualità sia interiori che esteriori, dando meno possibile un pretesto ai cosiddetti incidenti, essa sapeva molto bene che le forze occulte, scaltre e sottili, erano attivamente impegnate per causar loro danni enormi. Chi avrebbe potuto immaginare che a Sri Aurobindo sarebbe accaduto un serio incidente nella propria stanza, in un momento di distrazione? Il Maestro aveva dichiarato con gran fermezza che la loro vita era un campo di battaglia in un senso molto reale e che la Madre e lui stesso stavano combattendo attivamente una lotta continua contro le forze avverse [Sri Aurobindo on Himself and on the Mother]. Il fatto che si combattesse da una camera chiusa non la rendeva meno reale e seria. La Madre disse una volta che nel loro caso le malattie erano molto più difficili da curare che non in quello dei sadhaka, per l'attacco concentrato delle forze avverse.

Posso ricordare brevemente che la Madre era sempre vigile contro ogni possibile attacco e incidente esteriore, non solo riguardante Sri Aurobindo; essa era infatti anche responsabile del benessere dei sadhaka. Nel caso di una epidemia in città, i sadhaka erano avvisati di non prendere alcun cibo dall'esterno. Tutte le nostre verdure e frutta venivano lavate in una soluzione antisettica prima di essere cotte o mangiate e si prendevano tante altre precauzioni per evitare qualsiasi contagio nell'Ashram. Si dice che il suggerimento di realizzare il ristorante del sadhaka Ganpatram venne alla Madre; non voleva che i bambini dell'Ashram prendessero cibo da fuori e si ammalassero. Così, un giorno chiamò il sadhaka e gli chiese di aprire un ristorante solo per i bambini dell'Ashram e di preparare il cibo rispettando rigorose condizioni igieniche. Se la Madre si forniva di tutti i generi necessari per il conforto di Sri Aurobindo, egli da parte sua era altrettanto premuroso per il benessere di lei. Seguiva da vicino tutte le sue attività esteriori e l'avvolgeva con un'aura di protezione contro le forze oscure. Il suo incidente fu causato, egli disse, dal fatto che era occupato a proteggere la Madre mentre era incurante si sé stesso, convinto che le forze avverse non avrebbero osato attaccarlo. "Questo fu il mio errore", ammise. La Madre stessa poteva affrontare qualsiasi avventura perché aveva una fede e fiducia completa nella grande forza e protezione di Sri Aurobindo. Chiunque sia venuto a contatto con la Madre sa che per la sua natura dinamica faceva poco caso a difficoltà e pericoli ed era la meno preoccupata per sé stessa quando doveva essere eseguito un lavoro speciale. Per un certo periodo la sua salute soffrì di un disturbo cronico che si manifestava con un gonfiore delle gambe e notai che quando la Madre entrava o lasciava la stanza gli occhi di Sri Aurobindo si fissavano sulla sue gambe. Dopo diversi anni gli arti riacquistarono il loro stato normale.

La Madre lo teneva sempre informato non solo sulla propria salute ma anche su tutti i movimenti e attività. Veniva a vederlo prima di andare a meditazione e dopo, prima di uscire in automobile e dopo, o prima di ricevere qualsiasi visitatore. Anche Sri Aurobindo chiedeva di lei a Champaklal: se avesse finito di mangiare o se fosse andata a letto e, come ho già detto, restava sveglio finché lei non si fosse ritirata. Se per caso tardava a tornare da una uscita in automobile, Sri Aurobindo chiedeva più volte di lei.

Quando il tempo della Madre fu occupato da troppe attività, essa cominciò abbastanza spesso a ritardare per il pasto. Qualche volta ne informava il Maestro, ma lui non interferiva mai con le sue attività, le suggeriva solo, in modo gentile, qualche cambiamento, se necessario. L'imposizione di regole o di obblighi di qualsiasi genere, alla Madre o ai sadhaka, era contro la sua natura e così era anche per la Madre. Lui non voleva che la trattenessimo per qualsiasi motivo ed abbreviava la passeggiata o affrettava il proprio pasto per adattarsi alle sue necessità. (...)

(...) Nei capitoli precedenti ho accennato alle sue capacità di organizzazione e alla sua oculatezza e saggezza nel campo ristretto riguardante i bisogni personali di Sri Aurobindo. Ora permettetemi di citare alcuni esempi, fra quelli che sono venuto a sapere in presenza di Sri Aurobindo, per illustrare il suo metodo di lavoro nel contesto più grande dell'Ashram.

Quando aveva deciso un progetto concentrava la sua mente su di esso e non si rilassava finché non fosse stato realizzato o almeno poggiasse su una solida base e allo stesso modo trattava le diverse faccende nel corso della giornata. Poteva prendere in esame uno o molteplici aspetti nello stesso tempo; credo sia così per tutti i grandi uomini d'azione.

Prendete ad esempio la costruzione del Golconde. (...) E' una storia quasi incredibile per la Pondicherry di quei giorni. Ma la mia meraviglia fu per la parte che la Madre ebbe in tutto questo, non la parte interiore poiché era oltre la mia comprensione, ma quella svolta alla luce stessa del giorno. Fu in contatto costante con il lavoro attraverso gli strumenti che lei aveva scelto. Vennero invitati a tale opera quanti più sadhaka fu possibile: a chiunque, giovane o vecchio che chiedeva lavoro per una parte del tempo o a tempo pieno la sua unica risposta era: "Vai al Golconde, vai al Golconde." Fu uno dei suoi argomenti quotidiani con Sri Aurobindo che veniva tenuto informato delle difficoltà, degli innumerevoli problemi e allo stesso tempo del bisogno della sua forza per superarli. Essa invocava il suo aiuto speciale in modo particolare quando la pioggia minacciava di impedire o rovinare qualche importante lavoro; come quando, per esempio, si dovette costruire il tetto. [Ringraziamo l'amico Anurag Banerjee del sito overmanfoundation.wordpress.com per la foto]

Quante volte l'abbiamo sentita pregare Sri Aurobindo: "Signore, non deve piovere adesso." Si erano riunite dense nuvole minacciose e venti tempestosi sinistri soffiavano da occidente; la pioggia era imminente, la pioggia di Pondicherry! Noi guardavamo il cielo speculando sul risultato dello scontro fra la Forza Divina e la forza della Natura. Naturalmente avrebbe vinto la Forza Divina: lentamente la furia avrebbe tenuto al guinzaglio le sue forze e si sarebbe ritirata nella caverna. Ma appena l'obiettivo in questione era raggiunto, il diluvio si rovesciava giù come vendetta; Sri Aurobindo osservò che spesso questa era la regola. Anche durante la stagione del raccolto arrivavano a Sri Aurobindo richieste di aiuto dalla Madre perché facesse cessare la pioggia. Egli sorrideva e faceva il suo lavoro in silenzio. Se mai ho assistito ad alcun altro miracolo, posso rendermi garante di questo, ripetuto più di una volta. (...) Così fu costruito il Golconde, un albergo dell'Ashram, una bellezza dell'architettura moderna, così apprezzata da tanti visitatori. (...)

(...) Il secondo progetto per grandezza fu la Tipografia. Oggi la Tipografia dell'Ashram ha un posto di primaria importanza nell'India. Questo perché la Madre mise sin dall'inizio come proprio fine l'ideale della perfezione esigendo dai lavoratori la stessa meta; all'esterno esistono tante imprese condotte su basi commerciali, ma qui l'ideale è tutto diverso, come ho detto. E' ciò che la Madre disse recentemente al direttore della Tipografia: "Se da una qualsiasi parte del mondo si richiedesse la perfezione nella stampa, si dovrebbe poter dire 'La Tipografia dell'Ashram di Pondicherry soddisfa questo ideale'." Eppure questa Tipografia iniziò come hanno fatto altre grosse imprese, in modo umile. (...) Il problema era però come iniziare, non tanto per la mancanza di soldi quanto per quella di uomini con conoscenza ed esperienza in questo campo; non voleva inoltre assumere lavoratori esterni, doveva essere gestita da persone dell'Ashram. A quel tempo avevamo allacciato rapporti con il Governo di Hyderabad attraverso Sir Akbar Hydari che aveva contribuito ad ottenere una donazione dal Governo del Nizam per il Golconde e questa occasione aprì la via ad un funzionario del Governo, esperto di stampa, che venne ad avviare la nostra Tipografia. Appena le cose cominciarono a muoversi, la Madre impegnò tutta la forza disponibile e mandò alla Tipografia sadhaka e sadhika: vecchi e giovani, filosofi, scolari e professori, chiunque fosse a portata di mano. Naturalmente sorsero tante difficoltà: dispute, disarmonie e lagnanze; conflitti umani invece che calamità naturali. La Madre vi era certamente preparata poiché conosceva la nostra natura umana e sapeva anche che doveva essere cambiata con il lavoro, non attraverso la porta di fuga dell'inazione. Udivamo di tanto in tanto la Madre comunicare questi problemi a Sri Aurobindo.

Con il sostegno silenzioso del Purusha e le sue frequenti visite alla Tipografia le difficoltà iniziali furono gradualmente superate e si stabilì un pochino di armonia. Uno dopo l'altro, i libri di Sri Aurobindo cominciarono ad uscire; così, con la nostra giovane ed immatura ma energica banda ed una manciata di lavoratori addestrati e pagati fu fondata questa istituzione pezzo per pezzo. Essa esprimeva il metodo di lavoro della Madre, l'ideale da raggiungere e l'affermazione di Sri Aurobindo secondo il quale le cose devono crescere dalla vita stessa e non seguendo un determinato modello mentale. Nel nostro caso, naturalmente, il processo era sostenuto da una Forza Divina che agiva direttamente, Tutto si può fare se il tocco di Dio è presente; infatti ogni nostra istituzione e l'Ashram  stesso sono cresciuti in questo modo, dal nulla, e Auroville è l'ultimo esempio. Dobbiamo ricordare comunque che l'attività in sé stessa, di qualsiasi genere, è di importanza secondaria, il punto importante è che sia 'presa come parte della sadhana offerta al Divino o fatta con la coscienza e la fede che è svolta dal Potere Divino'. (...)

(...) Ora citerò qualche esempio del mio rapporto medico con Lei. Notammo che aveva una conoscenza medica molto più profonda di un medico generico, infatti durante la mia attività di medico all'Ashram lei mi guidò ad ogni passo. Svolgevo il doppio servizio di assistere i pazienti e il Divino e non potevo accordare molto tempo ai pazienti. Mi fu imposto un lavoro pesante, naturalmente dietro mio suggerimento: si doveva documentare la storia medica di ogni persona dell'Ashram e conservarla per riferimento ed era inoltre obbligatorio per tutti i nuovi candidati allo yoga presentarsi e sottoporsi ad un esame medico. Dovevo leggere questi rapporti ogni giorno quando la Madre assisteva Sri Aurobindo ed entrambi facevano domande e davano suggerimenti. Diventò più una prova per il medico che per i pazienti; qualunque negligenza, errore o svista da parte mia venivano subito scoperti, ma mai fui rimproverato qualunque fosse la mancanza; se a certe sue domande restavo in silenzio la Madre commentava: "Ah non lo sa; se lo sapesse parlerebbe subito." (...)

  Per chiudere la parentesi medica, citerò uno o due esempi positivi. Un impressionante caso di guarigione con la forza yoghica fu quello di Champaklal. Aveva un'ulcera alla cornea e all'iride. Lo portai dal locale specialista per gli occhi che consigliò riposo assoluto e fu così costretto a sospendere il suo servizio al Maestro, un colpo molto più doloroso per lui della stessa malattia.

Terribilmente abbattuto, passava i suoi giorni a letto in una rassegnazione inerte non mostrando alcun segno di miglioramento. La Madre e Sri Aurobindo ascoltavano quietamente i miei rapporti finché un giorno la Madre andò a trovarlo. Al suo ritorno disse a Sri Aurobindo: "Il caso è serio; non deve restare a letto un momento di più, deve riprendere a lavorare." Restai senza parole, non potevo capire per quale motivo facesse quell'osservazione: soggettivo o oggettivo? Sapevo naturalmente della mia precedente esperienza medica che lei vedeva oltre la nostra vista. La benda fu perciò tolta e riprese a lavorare: stranamente dopo due o tre giorni senza alcuna cura. A parte la Forza Divina, doveva aver contato molto il fattore psicologico: il senso dell'attiva vicinanza fisica a Sri Aurobindo. (...)

Ci furono due occasioni nelle quali assistetti la Madre. Non aveva solitamente l'abitudine di consultare i medici, il suo medico era Sri Aurobindo; ma una volta, quando la sua mano si gonfiò senza nessun motivo apparente, Sri Aurobindo mi chiese di esaminarla. Lo feci in sua presenza con una certa diffidente esitazione; (...) Comunque il caso era semplice e fu guarito con un fomento caldo.

La seconda occasione fu quando accusò un forte dolore ad un orecchio, forse per una puntura d'insetto. Sri Aurobindo mi chiese se potevo fare qualcosa. Esaminai l'orecchio e trovai in un punto una piccolissima emorragia. La Madre chiese se l'insetto fosse ancora lì; dissi di no e quando suggerii delle gocce per lenire il dolore rispose: "No, niente medicine per me!" Le medicine erano un anatema sia per la Madre che per Sri Aurobindo. Durante tutta la loro vita yoghica guarirono tutte le proprie malattie applicando la Forza. (...) C'erano delle ragioni speciali per questo, ne ho ricordate alcune a proposito di Sri Aurobindo nel capitolo 'Il Signore se ne va'. Sri Aurobindo mi scrisse circa l'azione delle medicine nel corpo della Madre: "Le medicine hanno un'azione completamente diversa  nel corpo della Madre rispetto a quella che avrebbero nel tuo o in quello di X o di chiunque altro e di solito la reazione non è favorevole. La sua coscienza fisica non è la stessa di quella delle persone ordinarie, benché anche nella gente ordinaria non sia così identica in tutti i casi come 'la scienza' ci vorrebbe fa credere." Ora passerò  ad un altro campo dell'attività della Madre che può essere definita yoghica anche se non sarebbe proprio il termine giusto da usare, perché, secondo la Madre stessa, non c'è attività yoghica o non-yoghica: tutta la vita è Yoga. Questo non significa, come è spesso erroneamente interpretato, che tutto possa passare come yoghico, ma che l'intera evoluzione della Natura è in segreto una lenta e graduale preparazione alla vita spirituale; perciò ogni attività terrestre ha dietro di sé uno scopo divino. Così la Madre e Sri Aurobindo accettavano l'intero campo della Natura come quello dello yoga, ma aspiravano a trasformare il movimento ordinario della vita  rifiutando l'evoluzione ignorante che di solito avviene e facendone scaturire la verità divina che segretamente racchiude. Per raggiungere questo scopo essi vogliono che viva sempre nella coscienza spirituale cosicché qualunque attività della vita venga accettata, diventi una parte dello yoga e subisca una trasformazione. (...)

(...) Eccoci ora all'ultima delle sue attività giornaliere alla quale ho assistito e di cui ho sentito parlare anche altri. Era una delle più strane alle quali potessi pensare e poteva essere svolta solo da lei poiché la sua ispirazione veniva - per citare la frase di Nishikanto - da una 'fonte Bianco-Divina', non dalla ragione umana. E' la sua meditazione serale ed il pranam. Ho già fatto riferimento a queste attività. La meditazione incominciò ad un'ora molto ragionevole, alle otto di sera circa. La Madre scendeva e in piedi al centro della parte inferiore della scala presiedeva per circa mezz'ora ad una meditazione silenziosa con tutti i partecipanti seduti sotto. Poi saliva a trovare Sri Aurobindo e ritornava poco dopo con la sua cena. Una volta disse: "Dopo tanto tempo, ho visto che gli dei sono venuti alla meditazione." Questo ci ricorda il verso di Sri Aurobindo:

"Calme facce degli dei su sfondi di vastità,
che portano la meraviglia delle infinitudini."

Come al solito l'ora della meditazione incominciò ad essere spostata gradualmente: alle undici di sera, poi a mezzanotte, infine all'una finché la meditazione fu sostituito dal pranam. Che orario strano per il pranam! Ciò si verificava particolarmente quando la Madre era in periodo di trance.

Tanta gente si addormentava nel cortile, specialmente i ragazzi e le ragazze giovani. Poi Haradhan un vecchio sadhaka, annunciava: "La Madre è arrivata, la Madre è arrivata!" Tutti si svegliavano e con una certa agitazione si mettevano in coda per vedere la Madre che era spesso in uno stato di trance! Le persone restavano in piedi davanti a lei che teneva gli occhi chiusi, il capo piegato e un fiore in mano. Improvvisamente la trance poteva interrompersi, giusto il tempo perché pochi passassero in successione rapida e poi di nuovo la riprendeva: Noi assistevamo alla scena della terrazza soprastante mentre Sri Aurobindo si riposava. La coda dei fedeli avanzava, improvvisamente si fermava a lungo, poi riprendeva a muoversi velocemente, quindi di nuovo una sosta! La Madre sembrava una dea, diceva la gente, superba in tutta la sua maestà e gloria nella calma profonda della mezzanotte. Alcuni sedevano davanti a lei e meditavano, o si deliziavano a guardare quella scena stupenda!.......................



Il libro "Dodici anni con Sri Aurobindo" di Nirodbaran è disponibile tradotto integralmente in lingua italiana presso lo Sri Aurobindo Ashram Pondicherry India. Più specificatamente potrà essere ordinato presso la libreria ufficale dell'Asharam Sabda di cui riportiamo il link sabda.sriaurobindoashram.org/






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