Nell’eternità del divenire ogni Avatar è solo l’annunciatore, il precursore di una più perfetta realizzazione futura. E tuttavia gli uomini hanno sempre la tendenza a deificare l’Avatar del passato in opposizione all’Avatar del futuro. Ora di nuovo Sri Aurobindo è venuto per annunciare al mondo la realizzazione del domani; e ancora una volta il suo messaggio incontra la stessa opposizione come tutti quelli che lo hanno preceduto. Ma il domani proverà la verità di ciò che Egli ha rivelato.
L’Avatar viene come manifestazione della natura divina nella natura umana, rivelandosi nelle qualità del Cristo, di Krishna o del Buddha, affinché la natura umana, modellando i suoi principi, il suo pensiero, la sua sensibilità, la sua azione e il suo essere sulle forme della natura di questi esseri straordinari, possa raggiungere la trasfigurazione divina.
I benefíci della venuta dell'Avatar sono per coloro che imparano da lui la vera natura della nascita divina e delle opere divine, che riempiono il loro essere della sua coscienza e prendono in lui rifugio; purificati dalla forza realizzatrice della loro conoscenza e liberati della loro natura inferiore, raggiungono l'essere divino e la Natura divina. L'Avatar viene a rivelare la divina Natura dell'uomo, sopra la natura inferiore, e a mostrare ciò che sono le opere divine, libere, non egoistiche, disinteressate, impersonali, universali, piene di luce divina, di potere e di amore divini. Egli viene come personalità divina a riempire la coscienza dell'essere umano, per sostituire la personalità egoistica e limitata e per liberarla, per farla uscire dalle strettoie dell'ego aprendola all'infinito e all'universale, per scioglierla dall'obbligo della nascita e condurla all'immortalità. Egli viene come potere e amore divini per chiamare a sé gli uomini affinché in lui trovino rifugio, rifiutando le debolezze della loro volontà, i tormenti della loro paura, della loro collera e delle loro passioni - affinché, liberati dall'agitazione e dalla sofferenza, imparino a vivere nella calma e nella beatitudine del Divino.
La forma in cui l'Avatar si presenta, il suo nome, l'aspetto del Divino che egli manifesta, non hanno importanza essenziale; poiché, in tutti i modi e secondo la loro natura, gli uomini seguono il cammino che dal Divino è stato loro assegnato e che alla fine li condurrà a Lui. L'aspetto del Divino che conviene alla loro natura è quello che seguono più facilmente quando l'Avatar viene a loro per condurli. In qualsiasi modo gli uomini accettino Dio, l'amino e prendano gioia in Lui, in questo stesso modo Dio accetta l'uomo, l'ama e prende gioia in lui.
Il Lavoro di Sri Aurobindo e della Madre
Per quanto riguarda la Madre e me stesso, abbiamo dovuto tentare tutte le vie, seguire ogni metodo, superare montagne di difficoltà, un fardello di gran lunga più pesante da sopportare del vostro o di qualsiasi altro all'Ashram o fuori, condizioni di gran lunga più difficili, battaglie da combattere, ferite da sopportare, vie da aprire tra impenetrabili acquitrini e deserti e foreste, masse ostili da conquistare, un lavoro tale che sono certo nessun altro dovette compiere prima di noi. Perché la Guida della Via in un lavoro come il nostro non solo deve far discendere, rappresentare e incarnare il Divino, ma rappresentare anche gli elementi in ascesa dell'umanità e portarne completamente il fardello. Deve sperimentare tutte le ostruzioni, le difficoltà, le opposizioni, non in un mero gioco o "lila", ma in una prova severa, frustrata e ostacolata e solo con fatica vittoriosa dei travagli che sono possibili sul Cammino.
Sri Aurobindo è venuto sulla terra dal Supremo per annunciare la manifestazione di una nuova razza e un mondo nuovo, il mondo supermentale. Non venne per dare una speranza, ma una certezza dello splendore verso cui il mondo muove. Il mondo non è uno sfortunato accidente, è una meraviglia che muove verso la sua espressione. Il mondo ha bisogno della certezza nella bellezza del futuro e Sri Aurobindo ci ha dato questa assicurazione.
Voi pensate quindi che in me (non chiamo in causa la Madre) non vi siano stati dubbi e disperazione, così come attacchi di ogni genere. Ho sopportato ogni attacco che gli uomini hanno sopportato, altrimenti sarei stato incapace di assicurare qualcuno che " anche questo può essere conquistato " . Almeno non avrei il diritto di dirlo. La vostra psicologia è terribilmente rigida. Ripeto, il Divino, quando si assume il fardello della natura terrestre lo prende completamente, sinceramente, senza trucchi da prestigiatore o pretesa alcuna. Se ha qualcosa dentro di sé che emerge dalle apparenze, questa è la stessa cosa in essenza che vi è dietro agli altri esseri, anche se ad un più grande livello, ed è per risvegliarla che Egli è qui. L'essere psichico agisce allo stesso modo per tutti coloro che sono destinati al camino spirituale, non è necessario che gli uomini siano esseri straordinari per seguirlo. Questo è l'errore che state facendo, insistendo sempre sulla grandezza come se solo i grandi potessero essere spirituali.
Io ho detto: seguite il mio cammino, la via che ho scoperto per voi, attraverso i miei propri sforzi e il mio proprio esempio. Trasformate la vostra natura che da animale divenga spirituale, crescete ed entrate in una coscienza divina superiore. Tutto ciò voi potete farlo attraverso la vostra aspirazione, aiutati dalla forza della Shakti divina.
Io ho aperto la via; voi ora, con l'aiuto divino potete seguirla.
Il principio degli Avatar (secondo la tradizione Indù con le dieci incarnazioni o Avatara1 di Vishnu) si trova giustificato su questo piano come un elemento necessario ed inevitabile nel movimento evolutivo terrestre. Un Avatar incarna una nuova qualità emergente: egli impersona un nuovo principio d'essere e di coscienza; manifesta - dispiega dal basso o porta giù dall'alto sulla terra - un più alto e più profondo principio di organizzazione. È il nucleo intorno a cui si cristallizza la nuova organizzazione. Un Rama viene e la società umana raggiunge una nuova condizione; contro un'organizzazione principalmente vitalistica ed egoistica il cui difensore e protagonista è Ràvana, è proposto un ideale di umanità sattvica2. Un Krishna appare e la coscienza umana è innalzata, almeno potenzialmente, ad un livello di possibilità spirituali ancora più alto. L'Avatar seguendo, o meglio tracciando, nel suo movimento ascendente la linea centrale del nisus evolutivo, apre un cammino, per così dire, nella foresta vergine di un dominio di coscienza ancora sconosciuto ed estraneo ai passi umani. Come l'Avatar spinge e prosegue poi, la via è aperta per altri esseri umani ordinari, per salire ed acclimatarsi in un nuovo paese che promette un destino superiore, che Egli scopre e conquista per loro.
Ora, a questo punto, arriviamo al nodo del problema, il supremo segreto - rdhasyam uttamam - come direbbe la Gita. Poiché il vertice della piramide, la corona dell'evoluzione, la consumazione della linea centrale dell'emersione non sarebbe quindi niente di meno che la manifestazione, l'incarnazione terrestre del supremo Divino. La Divinità in tal modo completamente emersa incarnerebbe la verità e il gioco della creazione nella sua più ampia portata e nella sua più ampia elevazione; significherebbe l'estremo compimento del destino umano e dello Scopo terrestre.
Nella terminologia indiana corrisponderebbe alla venuta del Purna Bhagavan3 nel corpo umano - manu-shim tanumàshritam. Tutti i precedenti Avatar sono solo preparazioni per la venuta di questo Supremo Divino. È detto anche che l'epoca presente segna una curva e una transizione cruciali. Aspettiamo il Kalki Avatar4 che spazzerà via il passato, l'Età del Ferro, e porterà l'Età d'Oro, il Satya Yuga.
È inevitabile che si sollevi qui un interrogativo - e dopo che ci sarà? Una volta che il movimento evolutivo abbia raggiunto l'apice, si arresterà là? Dopo l'apice il Vuoto. Non è necessario che sia così. Il completamento della piramide significherebbe semplicemente la fine di un particolare ordine di creazione, la creazione nell'Ignoranza. Questo è, infatti, ciò che Sri Aurobindo prevede nel suo concetto della creazione della Gnosi supermentale. Secondo lui, il nisus evolutivo, giungendo al vertice, attraversa un confine, balza in un altro ordine del mondo di infinita Coscienza-Verità. In seguito incomincia un'altra nuova creazione, l'erezione forse di un'altra piramide (se continuiamo la metafora). Naturalmente, ci si aspetta che il progresso del corso evolutivo sia una serie senza fine. Le piramidi s'innalzano un piano dopo l'altro ad infinitum. Si deve solo notare che nella piramide di base l'evoluzione incomincia dall' incoscienza e va da una maggiore ignoranza ad una minore, attraverso una densità di oscurità in diminuzione graduale finché sia raggiunto l'apice, in cui ogni ombra di oscurità viene eliminata per sempre. Oltre non c'è mescolanza, per quanto sottile ed attenuata: è un cammino da una luce a un'altra luce, da un'espressione di questa ad un'altra, forse più ricca, ma della stessa qualità.
Questo comunque è un aspetto del problema che al momento non ci concerne. C'è una domanda che abbiamo tralasciato di trattare, che però è più vicina a noi e riguarda le attuali condizioni effettive. Abbiamo parlato dell'emersione della Divinità - e della suprema Divinità - dopo la Mente. La domanda è, quanto tempo dopo? Non mi riferisco alla durata del tempo necessario ma ai gradini o agli stadi che devono essere attraversati. Poiché tra la Mente e la Divinità, certamente tra la Mente e la Divinità suprema (Purushottama, come diremmo), con tutta probabilità può ancora trovarsi un corso di emersione per gradi. In effetti, Sri Aurobindo parla del Sovramentale e della Supermente come passi successivi del progresso evolutivo susseguente alla Mente. Dice che la Mente chiude l'emisfero inferiore della natura e della coscienza dell'uomo; con il Sovramentale l'uomo entra nella sfera superiore dello Spirito. A questo riguardo, il sentimento o la percezione o la condotta religiosa non sarebbe che uno stadio intermedio tra la Mente e il Sovramentale. Non sono veramente qualità emergenti, ma riflessi, deboli eco e promesse di ciò che deve venire, mescolati ad attributi della mentalità attuale. Il Sovramentale introduce una vera emersione.
Eppure il Sovramentale - la cui caratteristica è una coscienza cosmica e una trascendenza di tutto il senso dell'ego - non è la solida base su cui una nuova organizzazione terrestre possa essere stabilita e durare. È ancora una base di un equilibrio instabile. Non è la luce celeste e, benché trascenda ogni ignoranza, tuttavia non possiede quell'assoluta unità sintetica, quel trascendente potere di coscienza che è allo stesso tempo cosmico ed individuale. È il dominio della Supermente.
Oggi, l'intero impulso della Natura evolutiva è di far uscire prima il principio sovramentale e poi, attraverso di esso, quello supermentale, che stabilirà e fisserà sulla terra il principio della Divinità e del supremo Divino.
NOTE
1) I dieci Avatara di Vishnu sono: il Pesce, la Tartaruga, il Cinghiale, Narasimha (l'uomo-leone), il Nano, Parashuràma, Rama, Krishna, Buddha e Kalki (l'Avatara del futuro).
2) Relativo a satyayuga dell'armonia e della luce.
3) II Signore totale, integrale.
4) L'ultimo Avatara che compirà in potere il grande sforzo che gli altri Avatara hanno preparato in tutte le sue potenzialità.