"L'Ashram - Il laboratorio vivente per l'umanità"
La Madre
La costruzione principale dell'Ashram di Sri Aurobindo vista dall'alto
Lo Sri Aurobindo Ashram è una comunità spirituale (ashram), istituito a Pondicherry, India (Tamil Nadu), da Sri Aurobindo il 24 novembre 1926 (giorno della Siddhi). Al tempo c'erano pochi discepoli che vivevano con Sri Aurobindo.
Successivamente Sri Aurobindo decideva di ritirarsi dalla vita pubblica per continuare la sua opera spirituale in ritiro e consegnando la responsabilità dei Sadhaks (aspiranti spirituali) e la conduzione dell'Ashram stesso alla sua controparte spirituale "La Madre", in precedenza nota come Mirra Alfassa Richard.
Un pò di Storia e altre informazioni
L'Ashram ha avuto un'espansione organica, è l'espressione naturale e crescente degli ideali di Sri Aurobindo e della Madre.
Quando Sri Aurobindo giunse a Pondichérry nel 1910, alcuni dei suoi compagni, di politica e di vita, a poco a poco lo raggiunsero mettendosi così a vivere tutti assieme come membri di una famiglia. Dopo il ritorno definitivo della Madre nel 1920, il numero dei discepoli salì progressiva-mente e si venne di conseguenza a costituire una vita collettiva. Si può dire che l'Ashram, com'è attualmente, è nato nel 1926 quando Sri Aurobindo lo affidò interamente alla Madre.
Inizialmente composto da qualche edificio in un quartiere di Pondichérry, poco a poco l'Ashram si è sviluppato in ogni direzione. Il punto centrale della comunità è un gruppo di edifici che include quello in cui la Madre e Sri Aurobindo abitarono più a lungo. Questi edifici uniti fra loro in un solo blocco costituiscono appunto quel che si chiama l'edificio principale dell'Ashram, o semplicemente 'Ashram'.
Attraverso i secoli, in India la parola 'ashram' è diventata sinonimo di monastero, o di convento per reclusi e per asceti; ma non era così all'epoca dei Veda, delle Upanishad e delle grandi epopee letterarie del Mahabharata e del Ramayana.
Il sannyasa, o ascetismo, come normalmente lo si intende, non fu mai accettato da Sri Aurobindo e non fu mai parte del suo yoga, e l'Ashram di Pondichérry differisce notevolmente dall'idea che in genere ci si può fare di un ashram. I suoi membri non sono sannyasi, non indossano l'abito arancione e non praticano alcun rigoroso ascetismo.
Sono dei sadhak, dei ricercatori e degli aspiranti in cerca di una vita fondata sulla realizzazione spirituale e il loro ideale è quello di realizzare la vita divina sulla terra e nell'esistenza terrestre. Questa era la caratteristica dell'ashram di Sri Aurobindo allorché non vi erano che pochi discepoli e questa è ancora la sua caratteristica odierna, ora che il loro numero è di molte centinaia.
Sri Aurobindo e la Madre, accettando con sé dei discepoli, uomini e donne, davano la possibilità di praticare il loro Yoga Integrale sotto la propria immediata direzione. Venivano accettati solo coloro che, secondo Sri Aurobindo e la Madre, sentivano un richiamo interiore per il Divino. Ogni altra considerazione era secondaria. Una volta accettato, il ricercatore offriva la propria persona e beni alla Madre che prendeva in carica il discepolo materialmente e spiritualmente.
Per i membri dell'Ashram, l'insegnamento di Sri Aurobindo e della Madre è la luce sul cammino. Viene posto l'accento sulla trasformazione della coscienza e della natura in vista di preparare l'uomo e la società alla tappa successiva dell'evoluzione. Tutte le attività dell'Ashram sono centrate su questa fede e su questa verità.
La vita vi è interamente fondata sulla spiritualità. La disciplina è innanzitutto interiore e ognuno gode della libertà necessaria per svilupparsi e trasformarsi spontaneamente. In sintesi, la sadhana consiste in una sommissione progressiva di se stessi al Divino. Meditazione, concentrazione, lavoro, servizio, tutto viene utilizzato come un mezzo per perfezionarsi. La Madre dà l'aiuto interiore ad ognuno, secondo la sua natura e i suoi bisogni, e la sua Forza lo sostiene nelle difficoltà ed esigenze del Sentiero. Il suo Amore, la sua Forza e la sua Conoscenza guidano le anime che nella loro aspirazione a Lei si rivolgono.
Per funzionare, una comunità così vasta esige un lavoro e un impegno sostenuti da parte di tutti i suoi membri. "Lavorare per il Divino è pregare con il proprio corpo", dice la Madre. Ognuno accetta il lavoro che gli viene assegnato in funzione delle sue capacità e delle sue aspirazioni, tenendo conto dei bisogni della comunità; per ognuno è un'occasione per imparare a servire senza egoismo, per tentare di giungere alla perfezione nel lavoro e farne un'offerta al Divino.
Non esiste alcuna gerarchia nel lavoro, né dirigenti né subalterni. Non sono tanto le capacità dell'individuo che contano, ma la coscienza e lo spirito con il quale questi svolge il proprio lavoro.
In tutti i settori della vita dell'Ashram, vi è una perfetta uguaglianza fra uomini e donne.
L'allenamento e il perfezionamento del corpo occupano un ruolo importante all'Ashram e gli Ashramiti possono perciò seguire un programma di educazione fisica predisposto secondo le indicazioni della Madre. "Siamo qui per porre le fondamenta di un mondo nuovo. Tutte le virtù e l'abilità necessarie per ottenere dei risultati in atletica sono esattamente le medesime che l'uomo deve possedere fisicamente per essere capace di ricevere e di manifestare la Forza nuova".
Le regole esteriori di vita sono assai poche. Chi viene accettato deve osservare la disciplina seguente:
a) non fumare,
b) non bere alcolici,
c) non occuparsi di attività politica,
d) astenersi dall'avere rapporti sessuali.